Capalbio: Il Giardino dei Tarocchi

Francesca Orazi Pubblicato il

Se hai voglia di immergerti in un’atmosfera surrealistico-fiabesca, il Giardino dei Tarocchi è il luogo che fa per te. Situato in località Garavicchio, nei pressi di Pescia Fiorentina, frazione comunale di Capalbio (GR) in Toscana, il parco artistico è stato ideato dall’artista franco-statunitense Niki de Saint Phalle, ed anzi, può essere considerato il suo vero e proprio capolavoro, al quale ha lavorato dal 1979 e la cui apertura risale al 15 maggio 1998. In realtà il giardino è tuttora incompiuto: Niki de Saint Phalle andò avanti anche oltre al 1996 nella progettazione di statue e attrazioni da inserire in quella che è stata la sua opera più grande, ma dopo la sua morte nel 2002 si sono seguite le indicazioni dell’artista, che richiese che non venissero aggiunte altre strutture senza la sua approvazione e, quindi, senza il suo controllo.

Non c’è bisogno, dunque, di spostarsi chissà quanto fuori dall’Italia, per godere di un giardino di estremo fascino esoterico, unico al mondo, esempio perfetto di quella che viene definita “arte ambientale”, all’interno delle colline della Maremma, in cui le stravaganti sculture compartecipano alla già suggestiva natura circostante. Le sculture sono ciclopiche: variano dai 12 ai 12 metri e sono dedicate ai simboli dei tarocchi, difatti raffigurano i 22 arcani maggiori dei tarocchi, quindi l’Imperatrice, la Papessa, il Mago, la Torre, l’Albero della Vita, e via dicendo. Sono state realizzate tutte attraverso un’anima di metallo nelle quali si innestano alcuni meccanismi per gestire il movimento di alcune di questeL’anima metallica è sempre stata progettata dal marito di Niki de Saint Phalle, Jean Tinguely, scomparso nel 1991. Sopra la struttura metallica si trova il cemento che rende le opere massicce e resistenti, abbellite poi da rivestimenti in pietra, specchi, ceramiche colorate e mosaici. Non a caso, tra i vari artisti che hanno contribuito alla creazione del Giardino dei Tarocchi, si trova anche la ceramista romana Venera Finocchiaro.

Per la particolarità di realizzazione delle sculture e lo scopo di preservare al meglio l’atmosfera magica che si respira nel giardino, le visite sono possibili solo in alcuni periodi dell’anno, da aprile alla metà di ottobre, in alcune definite fasce orarie e per un numero ristretto di visitatori contemporaneamente. Inoltre, è stato l’artista che ha stabilito che non fossero previste visite guidate al parco, di modo da poter far immergere i visitatori con libertà, e per poter dare loro la possibilità di girare, osservare, a loro piacimento senza vincoli. Questa modalità è un po’ lo specchio del senso profondo di questo parco, ovvero un luogo fuori dagli schemi, nel quale godere della bellezza delle sculture che si fonda con la suggestione della natura.

Il parco compie una sorta di percorso iniziatico che si richiama ad illustri precedenti – Bomarzo, il Palazzo Ideale di Ferdinand Cheval nella Drome, il Parco Guell di Barcellona, le Torri di Watts di Simon Rodia di Los Angeles,  ma la critica  riconduce, in questo caso, a tutta l’artistica scelta di forme e soggetti la presenza di un importante e potente Femminile materno, carico di complessità simbolica e di non casuali connessioni che rispecchiano ispirazione e vita dell’autrice.

Francesca Orazi

kellaorazi@gmail.com

Romana doc da ben 9 generazioni, vivo a Roma e mi sto formando nell'ambito della comunicazione e del giornalismo. Amo viaggiare e fare piccoli e lunghi (anzi, lunghissimi!) trekking. Sono felicemente vegana da due anni e mezzo, adoro i gatti e i lemuri (vorrei conoscerne uno dal vivo un giorno!). Il mio motto è : necessità fa virtù. Tutto ciò che si impara quando serve ... diventa una risorsa!

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