Canto notturno di una ciclista errante per l’Asia di Rita Sozzi

Nicole Tirabassi Pubblicato il

Canto notturno di una ciclista errante per l’Asia. 

6000km in solitaria pedalando lungo Transiberiana e Transmongolica.

di Rita Sozzi

ed. La memoria del mondo

Il libro Canto Notturno di una ciclista errante per l’Asia è scritto dalla Volpe a pedali, al secolo Rita Sozzi, classe 1990, prof. di lettere seminomade che cerca la poesia nei libri e sulle strade del mondo. Propone il racconto di un viaggio che pulsa a un ritmo lento, tutto umano; si tratta di un diario che diventa incontro con volti, cieli, lingue, culture, luci e ombre; narra di uno spazio a tratti sconfinato ma che racchiude il terreno fertile delle nostre radici. 

recensione libro

Nel racconto troveremo vento, pioggia e salite. Ci saranno distanze difficili da affrontare in bici (tra un paese e l’altro corrono spesso 200km di puro nulla).
Ci saranno paesaggi di meraviglia che prende alla gola e ruba il fiato. Ci saranno persone, stranieri, barbari. Ci saranno funghi e pesciolini e noodles disidratati, kebab siberiano e altri cibi sconosciuti. Ci saranno i luoghi più incontaminati della terra, taiga, steppa…Ci saranno silenzio, sacrosanto, e buio, di notte: da noi non esistono più né l’uno né l’altro. 


Ci sarà la Siberia – Siber significa “terra dormiente” o “bello”, o ancora “acqua e terra selvaggia” in turco antico – luogo ideale per un’anima sconfinata e vasta che brucia sempre, dove cercare pace per un cuore nomade.

Afferma Rita: “I miei viaggi non sono una fuga dagli altri, dalle persone e dai luoghi che amo. Sono, per assurdo, una fuga da me stessa. E che fuga sarebbe mai se mi ritrovo sola a chiacchierare con una bicicletta, in un continuo dialogo con le mie paure e i miei sogni. E’ una fuga dalla Volpe da tana, annoiata e senza forza, dalla monotonia della vita che ci costruiamo intorno per star comodi, mollemente adagiati sulle quattro cose che abbiamo intorno e dentro. Ma la pigrizia, che pure attanaglia me, la poca voglia di uscire dalla comfort zone mentale e fisica è morte. Si diventa un grigio, freddo ingranaggio del sistema, finché ci si inceppa e la macchina infernale del mondo ci stritola. Meglio uscire. Dalla routine e dalla norma, ma soprattutto dalla propria casa. Viaggio per incontrare l’altro e per ritrovarmi a casa anche sotto cieli diversi. Volti, profumi, orizzonti, suoni che si fanno parole sono il solo bagaglio che conta per me, nulla sottraendo al vero”.

retro libro

Questo libro è stato scritto per lo più di notte, dopo aver trovato un riparo, piantata la tenda e saziata la fame, dopo aver segnato la rotta per il giorno successivo. Quando i rumori tacciono e restano il vento e la pioggia o la risata cristallina delle stelle, quando riaffiorano le immagini della giornata trascorsa. I volti, i profumi, i nomi sono tessere coloratissime di un mosaico. E con pazienza, la notte, l’autrice riordina i pezzi, con acribia da filologa.

 

Dice la Volpe: “Io viaggio per incontrare l’altro e per ritrovarmi a casa anche sotto cieli diversi. Per me scrivere è un atto necessario, dovuto al viaggio; una preghiera alla strada. Il mio rito che celebra l’orizzonte, la polvere, il cielo, le innumerevoli vite che hanno segnato questa bella terra che è sangue e radice. E’ un favore, scrivere, che faccio a me stessa, perché nemmeno una goccia di vita si perda ed evapori nell’entropia indistinta di ciò che è stato e nessuno ricorda. I copertoni segnano la strada, la parola segna il tempo, e qualcosa resta, in questo implacabile fiume di Eraclito”.

 

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Nicole Tirabassi

nicoleti83@gmail.com

Per lavoro vivo con e nel Web per aiutare altre professioniste a riprendersi tempo, libertà, sogni. Quando non esploro la Rete, probabilmente sto saziando la mia fame di conoscenza viaggiando nel mondo reale. Cerco sempre di trovare soluzioni per farlo in maniera sostenibile. Umorismo, meditazione e connessione umana sono alla base del mio rapporto con la vita. Di tutto questo, ormai, non potrei più fare a meno.

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