Bolivia: percorrere la carrettera de la muerte – la strada più pericolosa al mondo
Durante ogni viaggio ci sono alcuni itinerari o alcune esperienze immancabili; per me, quando ho organizzato di andare in Sud America una di queste era la Carretera de la Muerte in bicicletta.
Il Camino de los Yungas, nome originario della Carretera de la Muerte o Death Road è l’antica via per potere accedere alla regione de “Los Yungas”, che in 64 km di sterrato ha 3500 metri di dislivello.
Divenne celebre per l’altissimo numero d’incidenti, spesso mortali che si avevano ogni anno su quella tratta con una media di 209 incidenti e 96 morti. La strada oltre a non essere asfaltata è larga solo 3-5 metri e non ha barriere protettive.
Per ridurre la pericolosità del tratto negli anni ’90 le autorità boliviane proibirono la circolazione delle auto, gli incidenti crollarono drasticamente e la carretera divenne il paradiso per gli appassionati di mountain bike.
Per potere percorrere la Death Road è necessario rivolgersi ad una delle tante agenzie di La Paz, che si trovano su Calle Sagarnaga, io scelsi Xtreme Downhill, che mi era stata consigliata da altri backpackers.
I costi delle diverse agenzie sono simi e si aggirano intorno ai 40-50$, io ho optato per una bicicletta con ammortizzatori anteriori e posteriori e freni idraulici, il servizio comprende casco integrale, guanti, ginocchiere, gomitiere, pantaloni rinforzati e giacca impermeabile, oltre all’assistenza, alla guida in lingua inglese e alle foto ricordo.
I tour non comprendono l’ingresso al parco nazionale, che ha un costo di 50 BOB (5€ circa).
È necessario, per prendere parte al tour firmare un modulo di scarico delle responsabilità, in caso di incidenti.
Intorno alle 7.30 si parte da La Paz, in un’ora di viaggio si arriva in località La Cumbre a 4650 metri di altitudine, dove s’indossano i dispositivi protettivi, vengono spiegate le regole di sicurezza e ha inizio il tour il cui arrivo è a Yolosa, 1200 m.s.l.m..
La Carretera de la Muerte è l’unica strada in Sudamerica, dove si guida a sinistra, misura introdotta per diminuire i tanti, troppi incidenti stradali che capitavano in passato.
Dopo i primi km sull’asfalto, per prendere confidenza col mezzo, si risale sul pulmino per arrivare all’inizio del percorso vero e proprio; partendo da un’altitudine elevata ed essendoci escursione termica è importante vestirsi a strati.
Il bus vi seguirà per tutto il percorso per prestare assistenza, quindi sarà possibile lasciare i propri zaini e avere la possibilità di cambiarsi.
Bisogna stare attenti al clima che, come sempre in Sudamerica può essere imprevedibile, io sono stato fortunato e ho trovato una giornata di sole.
Probabilmente vi starete chiedendo se la Carretera de la Muerte è sicura e se vale la pena investire una giornata per farla.
A mio parere sì: al giorno d’oggi gli incidenti sono rari e, quelli mortali quasi inesistenti, dovuti più all’ imperizia dei singoli che ad un reale pericolo. Inoltre, nella lunga discesa, è possibile godere di paesaggi immersi nella natura che in pochi km passano da un paesaggio e una vegetazione tipica andina ad uno tropicale. Si incontrato un paio di cascatelle e si guadano alcuni fiumiciattoli.
Inoltre sarà possibile sfoggiare una simpatica maglietta con scritto “I am a death road survivor.”