Zimbabwe: Hwange National Park perché visitarlo
Sono sincera, conoscevo lo Zimbabwe prevalentemente per la sua difficile e cruenta storia e perché è attraversato dalla Cascate Vittoria, ma, come sempre accade quando non hai troppi preconcetti sono rimasta infinitamente colpita e l’ho già consigliato a praticamente tutti.
Lo Zimbabwe è un paese ancora molto incontaminato, ovviamente il motivo è legato alla sua triste storia di dittatura che ha allontanato tantissimo il turismo e l’apertura verso l’esterno, ma per fortuna, le sue pene sono finite ed ora si sente molto fermento, molta voglia di fare e di costruire.
Si possono ancora vivere delle esperienze veramente intense, autentiche e soprattutto non si incontrano quasi mai altri viaggiatori.
#traveldasoli
Sono andata a fare un safari al Hwange Natonal Park il più grande parco nazionale dello Zimbabwe, un luogo magnifico, forse la mia savana preferita ad oggi. Il paesaggio cambia continuamente, di alternano zone con le palme altissime, zone allagate, infatti lo chiamano il piccolo Okavango, enormi distese d’erba alta molto apprezzate dai leoni.
Come ho detto già precedentemente, il mio viaggio di una settimana in Zimbabwe è stato totalmente creato da Imvelo che è il gruppo numero uno in Zimbabwe perché essendo stato creato da locali, ha come obiettivo primario quello di sviluppare il turismo, ma sempre cercando di protegge la natura, e costruendo un futuro migliore per la popolazione. Grazie a loro e alle lunghissime chiacchierate fatte nelle jeep ho imparato molto su questo paese, su come sta cambiando e su quello che è stato necessario fare per fare in modo che gli animali potessero creare una loro identità in questo parco nazionale.
Il Hwange National Park è diventato parco nel 1930, ma solo nel ’91 è passata a Area Protetta, uno dei problemi principali di questo luogo era la mancanza d’acqua, infatti non esisteva nessun lago naturale dove gli animali potessero abbeverarsi durante la stagione secca, quindi erano costretti a migrare in altri parchi, rendendo Hwange praticamente vuoto in estate, un grosso danno per gli animali, infatti il tasso di mortalità era davvero altissimo e un vero peccato per il parco.
Così i proprietari di Imvelo hanno deciso di creare un sistema di pozzi all’interno del parco che durante la stagione estiva venivano aperti inondando alcune zone e creando dei laghetti.
Negli anni questo processo si è articolato talmente bene che c’è una popolazione molto consistente di ippopotami che vive in maniera permanente nei laghetti senza la necessità di migrare lontano in estate. Grazie a questo semplice aiuto è stato possibile dare un grosso supporto alla conservazione delle specie, il numero degli elefanti è cresciuto enormemente così come quello dei leoni.
Io l’ho visitato ad Aprile ossia alla fine della stagione delle piogge, molte zone erano inondate e c’era acqua in abbondanza, questo ha permesso d’avere dei paesaggi meravigliosi, c’erano zone in cui diversi tipi di animali convivevano, incorniciati da decine di uccelli e specchi d’acqua. È stato davvero bellissimo, una poesia continua, con ogni variazione di luce le sensazioni cambiavano continuamente.
Se vi ricordate qualche anno fa il parco di Hwange è diventato famoso perché un ricco americano arrogante ha deciso di cacciare illegalmente nel parco ammazzando Cecil, un leone maschio adulto. Questo evento ha davvero ferito nel profondo la popolazione dello Zimbabwe che da quel momento si è concentrata sempre di più nel proteggere i suoi parchi dalla caccia clandestina. Pensate che sull’albero in prossimità di dove è stato abbattuto Cecil ora c’è una targa commemorativa.
Dove dormire al Hwange National Park
Io ho alloggiato al Camethorn Lodge, del gruppo Imvelo, uno dei lodge più recenti del gruppo.
Il lodge è perfettamente integrato nella savana, è in una zona ricca di alberi in modo da poter avere ombra tutto l’anno, le stanze sono grandi spazi in muratura con il tetto in paglia e dei lucernai molto alti, ogni struttura ha una terrazza superiore dove rilassarsi. Come tutti i lodge nella natura una volta scesa la sera è vietato camminare da soli, per raggiungere le sale comuni e le stanze si viene scortati da una guida che si assicura di non trovare animali pericolosi lungo la strada. L’arredamento del lodge è molto curato, ricorda molto i grandi safari di caccia dell’ottocento. La giornata è molto lunga, inizia alle 5.30 con una sveglia con caffè in camera, colazione alle 6 e poi si parta alla ricerca di foto memorabili, dopo un paio di ore di safari in 4×4 si può anche scegliere di fare un bush walk ossia un safari a piedi, che ovviamente io ho fatto. La sicurezza è sempre il primo elemento in contesti del genere, e le guide sono sempre persone preparatissime e con grandissima esperienza. Il bush walk si fa in un’area non frequentata da felini, solitamente si va alla ricerca degli elefanti, la guida ti spiega molto bene i segnali, per non parlare davanti agli animali e tutte le procedure di sicurezza. Lui è armato, in caso ci fosse un’emergenza e cammina sempre per primo.
Il bush walk dura circa un ora e mezzo, due, il caldo a quell’ora del mattino è davvero forte quindi vi consiglio sempre di coprirvi il più possibile, di usare una crema protettiva e di indossare sempre un cappello. Camminando a passo lento si possono notare tanti minuscoli aspetti che in 4×4 passano inosservati. La guida spiega l’uso officinale della maggior parte delle piante, ti insegna a riconoscere le tracce degli animali, i suoni della savana, se ami la natura è davvero un momento magico.
Io sono stata davvero tanto fortunata, la mia guida era il capo delle guide del parco Sips, un uomo con 25 anni d’esperienza di savana, colui il quale ha formato ogni guida del parco e soprattutto un ottimo fotografo. Personalmente mi fidavo ciecamente di lui e sono rimasta davvero ipnotizzata dai suoi racconti, specialmente quelli che facevamo la notte vicino al fuoco. Lui mi ha fatto vivere uno dei momenti più belli della mia vita mi ha dato l’opportunità di camminare davvero vicino agli animali. Quando trovavamo un gruppo di animali lui ci spiegava come scendere dalla macchina e come avvicinarci a loro senza spaventarli. Il momento più bello è stato con gli elefanti, ha usato una sacca con al cenere per vedere da che lato si muoveva il vento e quindi come muoverci per avvicinarci senza che loro sentissero il nostro odore, ci siamo accovacciati, abbiamo camminato carponi, ci siamo sporcati, ma siamo riusciti ad arrivare davvero vicino a loro, è stato meraviglioso.
Molto spesso il Camelthor organizza il brunch nel bush, ossia un pranzo verso le 11.30 nel bel mezzo della savana, ma soprattutto davanti ad un laghetto adorato dagli elefanti. Portano le sedie da campeggio con lo spazio per posare il piatto e la cucina preparava dei piatti freddi davvero buonissimi.
Io sono stata durante una stagione piena d’acqua, quindi non c’erano elefanti nella pozza, ma mi hanno raccontato una cosa davvero stupenda per chi visita il parco in altre stagioni. Hanno creato una specie di bunker, una struttura quasi interamente coperta dalla terra che lascia una fessura verso il lago, in questo modo si può entrare nel bunker e appostarsi a lungo per aspettare gli animali che vanno a bere, anche di notte, senza che loro se ne accorgano o si spaventino e nel bunker c’è anche il bagno. Una volta all’anno due ranger si chiudono nel bunker per 24h per fare il censimento degli elefanti, davvero bellissimo.
Dopo una giornata così intesa ci si riposa un po’ in camera, io solitamente dormo di sasso per due ore e verso le 4.30 dopo un caffè o un tè si parte per il secondo game drive che termina per le 7.
La luce cambia davvero tanto all’interno di una giornata, è un’esperienza davvero magnifica. La sera si cena tutti insieme in lunghi tavoli, anche con le proprie guide e c’è sempre un fuoco acceso per chi preferisce rilassarsi lì per vedere le stelle. Vi devo dire come è un cielo stellato nella savana in Zimbabwe?? Immaginatelo… io ho avuto la fortuna di essere lì con la luna piena, pensate un po’.
Come raggiunger Hwange National Park
Alcune zone del paco sono raggiungibili con una strada bianca, diciamo che da Victoria Falls Town al confine del parco sono circa 3.30.
Per chi alloggia invece in un lodge d’Imvelo, c’è una soluzione davvero originale, si arriva con l’Elephant Train ossia un treno stile primi del novecento, tutto in metallo, monovagone, aperto che attraversa il paese e entra nel parco. Il paesaggio è stupendo, vi viene servito anche il pranzo a bordo e ogni qual volta vogliate fare delle foto particolari potete chiedere di fare una sosta.
Una volta arrivati vicino al lodge sarete raggiunti da un 4×4 per essere “traslati” nel lodge, davvero un’esperienza unica. Ovviamente i ragazzi addetti alla guida, ti spiegano come si guida e come si fa manovra nel caso in cui si trovasse un altro treno in direzione contraria. Ho avuto la possibilità di guidarlo anche per qualche minuto e ammetto d’aver avuto piuttosto ansia.