10 Cose da fare sull’Appennino Tosco Emiliano che ti sorprenderanno

Francesca Di Pietro Pubblicato il



Camminando lentamente la percezione di quello che incontriamo cambia, si osservano di più i dettagli, si sentono gli odori, si vedono i cambiamenti di paesaggio, di storia e a volte anche d’accento. Quando viaggiamo in Europa e soprattutto in Italia tendiamo a rivolgere l’attenzione prevalentemente alle grandi città o alle città d’arte, perchè le riteniamo piene di gemme, cosa senza dubbio vera, ma ci perdiamo tutto il resto, ci perdiamo le piccole cose, quelle più preziose. In questo mio viaggio in Emilia Romagna ho scelto di saltare le città principali concentrandomi su una zona poco visitata: l’Appennino Tosco Emiliano. Di alcuni luoghi ne avevo sentito parlare molto, altri sono stati una sorpresa continua.

Cose da fare sull’Appennino Tosco Emiliano che ti sorprenderanno:

  1. Scalare la Pietra di Bismantova:

Questa è sicuramente la cosa che desideravo vedere di più di questo viaggio. Sono anni che sento parlare della Pietra di Bismantova, e onestamente non l’avevo neanche mai cercata sul web, quindi quando me la sono trovata davanti l’emozione è stata grande. Immaginate di trovarvi in una valle di colline e all’improvviso vedere spuntare davanti a voi un’enorme montagna con la cima piatta che ricorda quasi un’onda pietrificata. Infatti è proprio dal mare che viene questa roccia quando milioni d’anni fa questa zona del mondo era sommersa. Si possono trovare diversi fossili nelle vicinanze della Pietra e anche dei punti in cui sono rimaste le orme di molluschi o conchiglie. La  Pietra di Bismantova è famosa da moltissimi secoli, fu anche citata nella Divina Commedia di Dante, ma al giorno d’oggi è famosissima per gli amanti dell’arrampicata infatti ci sono davvero molti percorsi, di diverse difficoltà e per diverse discipline. In estate viene gente da tutta Europa per arrampicarsi su questa enorme roccia d’arenaria.

La Pietra di Bismantova

2. Un evento a Castelnovo Ne’ Monti

In questo paesino arroccato sull’Appennino organizzano spesso degli eventi molto interessanti che coinvolgono sia i produttori che gli artigiani locali. Per queste occasioni l’intero centro storico viene illuminato in modo particolare e molte cantine sono aperte. Gli eventi più famosi sono durante il periodo di Natale e in estate. Ad ogni modo un giro per il centro storico non vi deluderà e vi consiglio una pausa mangereccia Da Geremia sia per l’aperitivo che per la cena, di sicuro i tortelli più buoni della mia vita.

3. Castello di Torrechiara

Quando ci si innamora veramente nulla ha più senso, o forse tutto. Questo castello è la prova che l’amore che ti cambia la vita può accadere ora come durante il medioevo, l’epoca più buia dell’umanità. Infatti questo castello era di proprietà di Pier Maria Rossi un ricchissimo signore del tempo che possedeva buona parte delle terre del parmense. Come si conveniva al tempo si sposò presto con una donna di alto rango per assicurare una buona discendenza e combinando quindi le due famiglie, lei immolò la vita al Rossi e gli diede ben 10 figli. Pier Maria Rossi per proseguire i suoi studi si recò a Milano dove conobbe il vero amore della sua vita, Bianca Pellegrini, anche lei già sposata, dopo anni di relazione clandestina andarono contro ogni morale e buon senso dell’epoca e forse anche di oggi. Bianca lasciò il marito e andò a vivere con Pier Maria Rossi nel castello di Torrechiara e con i suoi 2 figli forse naturalemente avuti da lui ma formalmente figli del marito ufficiale, mentre Pier Maria Rossi fece richiudere la moglie in un convento, abbandonaola. Per me la parte più meravigliosa del castello sono gli affreschi interni, il cui stile varia da stanza a stanza, ma che raggiungono l’apoteosi sicuramente nella Camera D’Oro in cui i due amanti sono sempre ritratti insieme come coppia ufficiale e dove Bianca incorona Pier Maria in modo solenne delle sue proprietà e dei suoi valori.

4. Vedere come si fa il Parmigiano Reggiano

Lo sappiamo tutti che è il formaggio più famoso e più mangiato d’Italia, ma credo che in pochi possano dire cosa lo rende DOP e cosa lo differenzi dal Grana Padano, io in primis. Nelle zone appenniniche, quelle dette di Montagna, si produce il Parmigiano Reggiano più buono di sempre e si possono visitare diversi caseifici. Io ho visitato la Latteria Sociale del Casale di Bismantova, in pratica raccolgono il latte dai produttori di tutta la valle, due volte al giorno, e producono circa 20 forme al giorno. Il vero Parmigiano Reggiano DOP ha solo latte, caglio animale e sale, nessun altro prodotto aggiunto, per questo è così difficile da fare. Dopo la cagliatura ogni forma viene bendata in garze di lino e girata almeno 5-6 volte in un solo giorno, per far colar via tutta l’acqua, poi viene saltato in una acqua satura per diversi giorni e solo dopo va in stagionatura. Il Parmigiano meno stagionato ha 12 mesi, questo fa capire quanto valore ci sia dietro una forma di formaggio. Ogni forma è esaminata da un responsabile del consorzio per avere il marchio DOP, ho scoperto che in antichità a Reggio Emilia c’era la banca del formaggio dove i casari mettevano le loro forme a stagionare in cambio di soldi anticipati.

5. Borgo incantato di Vigoleno

Dichiarato uno dei Borghi più belli d’Italia, ha una struttura davvero particolare. Per quanto abbia visto passare diverse epoche e molti rifacimenti conserva ancora la forma medioevale e un rivellino intatto. Il rivellino è una tecnica di guerra, diciamo che si faceva entrare il nemico fino ad un ponte levatoio che poi si alzava, chiudendo anche una saracinesca alle sue spalle, in questo modo rimanevano intrappolati in una gabbia di mura e da sopra si ammazzavano tutti a colpi di freccia, macabro ma funzionale. Al suo interno ci sono ancora abitazioni, ristoranti, un hotel, una chiesa romanica meravigliosa, insomma c’è ancora la vita di un borgo. Vi consiglio sicuramente di visitare il piano nobile del Castello creato dalla Famiglia Scotti, si può accedere solo in orari particolari, ma avrete la possibilità di vedere una casa privata veramente magnifica. Queste sale furono di proprietà di Maria Ruspoli – Gramont negli anni ’20 una principessa molto eclettica che trasformò queste stanze in uno dei salotti più rinomati d’Europa. Nei suoi interni spicca sicuramente il teatro privato, con soli 12 posti dicono che sia il Teatro più piccolo d’Europa. La principessa ospitò anche Mark Ernst che ritrasse in queste sale La Foresta Imbalsamata che ora è esposta a New York.

6. Il Museo degli Orsanti

Premessa: voi sapete chi sono gli orsanti? Io lo ignoravo! Gli orsanti sono quegli artisti di strada partiti dall’Appennino Tosco Emiliano nel 1800 con animali ammaestrati, quali gli orsi che percorrevano l’Europa a piedi esibendosi in cambio di offerte. Prima di visitare questo museo, che si trova all’interno del Borgo di Vigoleno ignoravo la loro storia. L’artista di strada è una persona talmente povera che non ha niente da perdere e che spinto dalla miseria lascia tutto in cerca di fortuna, ma dato che non aveva una vera professione decide di fare il giullare. Eppure negli anni sono diventati davvero famosi, anche se non sempre amati perchè molto spesso bevevano e bivaccavano in giro. Il museo raccoglie cimeli della loro vita, dei primi circhi, di stampe che li ritraggono fino all’evoluzione più moderna dei burattinai. Per me il lato più buio è rappresentato dai numeri con gli orsi che erano ovviamente addestrati con mezzi poco ortodossi e lo sfruttamento dei bambini per fargli svolgere compiti particolari come suonare gli strumenti, ma è un pezzo di storia, e si può dire che in molte cose la realtà oggi non è sempre così diversa.

7. Borgo di Castell’Arquato

Un borgo di stampo medioevale originale nel cuore della Val d’Arda, anche lui fa parte dei Borghi più Belli d’Italia, le sue origini risalgono addirittura all’epoca romana quando era un Castrum, base logistica delle truppe. L’epoca più importante risale agli ultimi secoli del primo millennio quando era di proprietà del Vescovo di Piacenza, la Pieve infatti, fu dedicata a Sant Antonino. Diversi centinaia di anni dopo passa alla potente famiglia Scotti che vi fa costruire Palazzo di Giustizia, nucleo di quello che oggi è il Palazzo del Duca e il Palazzo del Podestà. Castell’Arquato resterò sotto la famiglia Scotti fino a che i Visconti non vissero un assedio. E fu infatti Luchino Visconti ad erigere la bellissima Rocca Viscontea ancora visitabile al tempo d’oggi. Era una fortezza per mantenere il borgo al sicuro, era costruita con ogni astuzia ingegneristica militare dell’epoca. Il Borgo poteva reggere più di un anno d’assedio e la rocca poteva ospitare militari per quasi 3 mesi dato che vi era una fonte d’acqua sorgiva al suo interno. Ad oggi è possibile vedere la struttura e salire sulla torre del mastio.

8. Passeggiate nei Parchi del Ducato

Si intendono per Parchi del Ducato una serie di aree protette dell’Emilia Occientale, famosi per la loro ampia biodiversità. Il periodo migliore per visitarli è sicuramente da Aprile ad Ottobre, quando il tempo consente molte attività all’aria aperta godendo di una piacevole vista. Per fare un salto indietro nel tempo, di quasi due milioni di anni, basta andare al Parco dello Stirone e del Piacenziano e percorrere ad esempio il sentiero di San Nicomede, o quello di Rio Rosello, dove gli affioramenti di fossili nell’alveo dei torrenti e nei calanchi testimoniano il periodo in cui queste terre erano sul fondo di antichi e caldi mari. È anche possibile fare una gradevole passeggiata (o biciclettata) primaverile nel Parco del Taro, seguendo il percorso che collega Madregolo a Collecchio, oppure percorrere qualche facile itinerario lungo il corso del Torrente Trebbia, alla sua confluenza con il Po o lungo il suo limpido tratto pedecollinare. Ci sono molti percorsi di trekking di difficoltà variabile, adatti sia adulti che a famiglie, è possibile divertirsi con il nordic walking, con la mountainbike e in alcuni casi anche andando a cavallo.

9. Escursioni nel Parco dei Cento Laghi

Questa ampia zona di aree protette dell’Appennino Tosco Emiliano si trova in quota più bassa circa 600 mt.s.l.m., da un dolce paesaggio agricolo che si alterna ai prati stabili, circondati da lunghe siepi e boschi misti di latifoglie. Salendo aumenta la copertura boschiva, interrotta a tratti da prati e prati-pascoli, costellata da piccoli centri abitati e attraversata da una fitta rete di strade forestali e sentieri pedonali. Un ambiente ancora integro, dove da secoli la natura si sposa con il vivere dell’uomo, per dare vita ad eccellenze agroalimentari conosciute e apprezzate in tutto il mondo come il Parmigiano-Reggiano DOP e il Prosciutto di Parma DOP. Un’accogliente “terra di mezzo” tra la pianura parmense e le vette del crinale del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano. Consigliamo qualche passeggiata intorno al Lago di Ballano e al Lago Verde, fino a salire verso Schia e la cima del Monte Caio che raggiunge i 1584 m.s.l.m., oltre che al trekking in queste zone in inverno è possibile anche venire a ciaspolare.

9. Visitare una Cantina di Vini

Oltre che per il cibo questa zona è molto famosa per i vini, come il Lambrusco, la malvasia (che ho scoperto non essere solo siciliana) o il più pregiato Gutturnio. Per gli amanti del vino oltre che degustarlo ad ogni pasto è possibile anche visitare delle cantine locali e magari prevedere un giro nelle vigne. Ad esempio l’azienda vinicola di Torre Fornello, ha sempre molti eventi interessanti, oltre che ad una bellissima vista sui filari.


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