Perchè è importante il trekking in un Viaggio.

Nella mia vita ho iniziato a fare trekking a 25 anni, spinta da un mio grande compagno di viaggio del passato, avevo sempre pensato che non fosse per me, che io ero più una da musei, da chiese, non da camminate in montagna. Ho iniziato con uno davvero tosto! Ho scalato il Kilimangiaro, non tutto, ma quanto basta per essere esausti. Ero inesperta, avevo sbagliato abbigliamento, le mie scarpe erano pesanti, il mio zaino scomodo, ma qualcosa ha iniziato ad affascinarmi. Nove ore di cammino, un paesaggio che va dalla giungla alla tundra alla pietraia, una temperatura che varia continuamente e una continua sfida con le mie gambe. Una volta arrivata alla base, ero distrutta ma avrei tanto avere un sacco a pelo e continuare a salire fino alla cima.



Così da quel momento ho sempre cercato un trekking in ogni viaggio che ho fatto, incrementando sempre di più la difficoltà, chiedendo sempre di più a me stessa. Poi ho iniziato a riflettere, a quello che vuol dire, a quello che mi piace del trekking, a quello che soprattutto ti lascia detro.

Il trekking è la perfetta metafora della sfida:

Questo dato l’ho sperimentato sulla mia pelle, come su quella dei viaggiatori con cui ho condiviso la strada o che ho intervistato per questo sito, più trekking fai più mattoncini metti dentro di te, nella costruzione dell’idea che abbiamo di noi stessi, della consapevolezza degli sforzi che possiamo sopportare, e non solo sul piano fisico, ma su quello della vita in senso ampio.



Io alla fine dei miei 5 giorni di trekking in Colombia

Consigli pratici per come affrontare un trekking: