Mi chiamo Pietro Ragusa e provengo da un piccolo borgo della Sicilia: Bisacquino.
Ho deciso di partire perché volevo mettermi alla prova. Volevo conoscere i miei limiti mentali e cercare di superarli.
Ho scelto l’Isola di Man perché era un luogo poco accessibile e sconosciuto.
Mi affascinava l’idea di trovarmi completamente da solo perché per me il viaggio è qualcosa che deve portarti lontano da tutto e da tutti.
Quale miglior posto di una piccola isola nel mar d’Irlanda?
Quello che mi attirava era la sfida e la possibilità si avere una rivalsa verso il mio passato. L’idea di affrontare una solitudine quasi estrema mi incuriosiva.
Potrà sembrare strano ma non ho mai provato paura, avevo infatti studiato quello che viene chiamato: “Shock culturale” e per anticiparlo, avevo iniziato a documentarmi sul luogo, ho viaggiato sull’isola tramite google maps, ho immaginato situazioni di difficoltà e di successo prima che accadessero e devo dire che questa tecnica mi ha aiutato parecchio.
La paura può benissimo essere controllata e sfruttata a tuo vantaggio.
Sull’isola di Man lavoro come infermiere al Noble’s Hospital. Il mio goal è specializzarmi nell’emergenza. Mi sto dedicando con entusiasmo al fitness modeling. In più gestisco un sito culturale su Bisacquino www.satyr.it perché per il mio territorio rimane sempre il centro del mio mondo. Mi dedico alla pittura, scultura… amo leggere e scrivere, adoro il cinema soprattutto di Herzog e Murnau. Mente e corpo sono inscindibili!
Questo luogo isolato mi ha insegnato l’importanza dello stare da soli.
Molto spesso la solitudine fa paura a la maggior parte delle persone, ma dal mio punto di vista non è così. La solitudine forgia il tuo carattere, ti permette di plasmare te stesso per come tu vuoi e non come gli altri, durante il percorso della vita, vogliono.
Ho imparato ad osservare il mio caos interiore e sto cercando di capirlo!
Adesso penso che solo i momenti più bui della tua esistenza ti danno la possibilità di guardare il cielo stellato! Il cambiamento parte dai momenti più oscuri della tua vita.
Quello che ho capito è che molto spesso abbiamo paura della libertà, soprattutto di quella interiore.
Abbiamo paura di affrontare nuove avventure perché queste paure ci sono state innestate da persone a noi vicine durante la nostra vita. Parlo con un sacco di ragazzi e ragazze che sono indecisi sul compiere il primo passo, ma quello che cerco di fargli capire è che in realtà quelle paure non sono le loro.
Ai ragazzi che vengono da un paesino come il mio dico:
I libri che mi hanno “ispirato e liberato” e che ho sempre con me sono:
Porto sempre con me un diario di “Brain Storming” del viaggio su cui annoto osservazioni dei luoghi ed eventi e delle persone che incontro per capire se possono essere applicate nel mio territorio inoltre ho sempre con me un ciondolo che è stato realizzato da una persona a me cara e che mi ricorda ogni attimo da dove vengo e l’importanza di rimanere con i piedi ben piantati sul terreno. Il miglioramento personale parte proprio da quello… così come bisogna dimenticarsi delle offese allo stesso modo bisogna dimenticarsi dei complimenti perché entrambi sono cemento buttato sui tuoi piedi che bloccano la tua spinta al miglioramento.
Vorrei dedicare questo piccolo articolo a quattro persone che spero presto apriranno le loro “ali”: Alessia, Anna Rita, Arianna e Silvia.