Se pensiamo adesso alla letteratura sudamericana, ci viene in mente uno stile giovane, vagabondo e magico; ben diverso dall’ambiente in cui muove i primi passi come scrittore Francisco Coloane. Questo gigante con barba e capelli lunghi, questo capitano dei mari del sud, questo avventuriero, scriveva di ciò che meglio conosceva: gli avventurieri, i vagabondi, i paesaggi e la natura possente e crudele della fine del mondo, senza voler trovare una morale ai propri personaggi, che sono in realtà uomini buoni o cattivi a seconda delle condizioni in cui si trovano.
Personaggi, avventurieri che danno subito il senso di quello che erano (e per certi versi lo sono ancora) la Patagonia e la Terra del Fuoco: l’ ultima frontiera, il posto in cui trovano rifugio gli sconfitti di ogni continente.
In questo libro, pubblicato per la prima volta nel 1956, ritroviamo queste atmosfere, queste persone e questi luoghi, ma anche ritroviamo quella voglia di viaggiare e di conoscere il mondo che sono propri di Coloane, che coi suoi racconti ha dato una scossa a un’ intera generazione di cileni e ha fatto scoprire, a noi europei, un mondo fino ad allora sconosciuto.
Oltre a ciò, uno di questi racconti mi ha particolarmente colpito : “Sul cavallo dell’aurora”; in cui le descrizioni dei paesaggi e dei personaggi, si fondono ad un’atmosfera magica, evanescente, irreale eppure così vera; si parla di una caverna ancora esistente e visitabile, però descritta da un’ uomo preistorico durante la glaciazione. Ho avuto la fortuna di andarci in questa caverna che si trova vicino a Puerto Natales, Provincia de Ultima Esperanza, Patagonia cilena….(anche solo i nomi di questi posti fanno sognare) e mi sembrava di rivivere i suoni, le sensazioni, le paure che ho trovato sulle pagine di Coloane.
Perché è questo che ci insegnano i racconti di Francisco Coloane, la voglia di scoprire, di viaggiare, di conoscere; ma meglio delle mie, sono le parole di Luis Sepùlveda che possono far capire questo libro: “a sedici anni, quando finii di leggere Terra del fuoco, presi la decisione di andarmene di casa e di imbarcarmi su una baleniera, e così feci.”