Sono Alessandro, 24 anni, diplomato. lavoro in una ditta di spedizioni e, per passatempo, come giornalista. Non avevo mai fatto prima un viaggio in solitaria, ma ci sono momenti in cui, presumo come tutti, sento il bisogno di operare dei cambiamenti e di spingermi verso esperienze che non ho mai provato. Così, sono partito.
La voglia di tirare fuori dei lati del mio carattere che credevo di possedere, ma che mai avevo avuto l’occasione di tirare fuori vivendo nella mia città, in un ambiente familiare e circondato da persone che conosco.
Non avevo un itinerario ben preciso, diciamo che avevo un semplice canovaccio dal quale mi sono poi costruito la vacanza. Ho prenotato tutto all’ultimo minuto, non so perché, nonostante avessi già progettato di fare questo viaggio da un bel po’ di tempo. Ho optato per soggiornare in un ostello, così avevo modo di poter conoscere più persone. Ho girato molto Dublino, ma chiedendo informazioni sono venuto a sapere dell’esistenza di altri posti magnifici, come le Scogliere di Howth e quelle di Moher. A piedi, oppure in pullman, ho cercato fin da subito di abbandonare lo status di semplice turista e di godermi il viaggio da lento esploratore: non solo un viaggio di cultura, dunque, ma anche e soprattutto culturale, per sentirmi un po’ parte dell’ambiente circostante e non un estraneo visitatore.
Ho chiuso la valigia pensando bene di lasciar fuori tutte le paure che mi potevano venire in mente pensando “parto da solo per un viaggio”: chissà che succede, quali pazzi incontro, e se mi annoio. Ho dovuto togliere questi pensieri, altrimenti non sarei mai partito. Altrimenti non si partirebbe mai, in nessun caso, nella vita.
Prima di tutto ho letto molti articolo sul vostro sito e ho dovuto subito cancellare dalla testa l’idea, come puntualmente avevate scritto, di partire da folle sprovveduto in stile “Into the wild”. In un secondo momento il consiglio migliore è stato quello di scegliere bene il posto dove andare: un luogo che si adattasse al mio desiderio di riflessione e di forte carica emotiva. Alla fine ho scelto benissimo, dopo aver oscillato con la mente anche tra Norvegia e Scozia.
Non voglio peccare di presunzione, ma direi me stesso. Ho acquisito una maggior sicurezza, mi sento più estroverso e più consapevole dei miei mezzi. Quando raggiungi un obiettivo, quando ti accorgi che riesci a cavartela da solo, provi un’intensa soddisfazione che ti dà grandi stimoli a osare anche nella vita, per così dire, normale.
Un viaggio in solitaria ti cambia sempre, a prescindere. Quando sei un bambino e prendi per la prima volta un autobus, fai per la prima volta un viaggio da solo e ti accorgi che stai crescendo, stai cambiando. Allo stesso modo quando sei un adulto ti prendi la responsabilità di prenderti cura di te lontano da casa, lontano da amici e conoscenti: prendi semplicemente un autobus diverso e scendi a una fermata che ancora non conosci.
Non pensare a cosa lasci, siano essi amici o conoscenti: altre amicizie e conoscenze ti aspettano là, dove stai andando.
Perché vedi il mondo nelle sue più svariate e interessanti sfaccettature con occhio personale e sincero, senza influenzarti dalle opinioni altrui.
Per cancellare qualsiasi pregiudizio o luogo comune tu abbia in mente. Anche il più stupido.
E’ un modo speciale di tirare fuori il carattere e la personalità.
Matt, detto anche il “Signorino Buonasera”, dato che per giorni ci siamo incontrati nella hall dell’ostello scambiandoci sempre e solo un saluto di cortesia. L’ultima sera siamo andati al Temple Bar a prenderci una birra e ci siamo parlati come fossimo amici da anni. La sua storia è semplice e affascinante: in attesa di ereditare il ricco patrimonio di suo nonno, i suoi genitori gli hanno imposto di viaggiare per il mondo per arricchirsi culturalmente e per aprire la sua mente. Non volevano, in pratica, che divenisse un semplice nipote arricchito e snob. Si sposta di continuo da un paese all’altro: Thailandia, Giappone, Francia, Ucraina…e sa anche un po’ d’italiano. In America, come lavoro, cura la regia delle partite di Hockey su ghiaccio. Inutile descrivere la mia invidia.
Non ho dubbi, certamente ne farò un’altra. Sto spulciando l’atlante in cerca del prossimo posto che fa per me