[box style=’info’] Chris Riofta è nato alle Hawaii, ma da quando ha iniziato a viaggiare non ha più potuto smettere di conoscere nuovi posti e nuove culture. Da qualche mese è rientrato dal suo primo viaggio in Europa. Con lui abbiamo parlato delle sue origini, dei suoi viaggi e della sua passione per i road trips.[/box]
Le mie esperienze di viaggio erano molto limítate fino a pochi anni fa. In ogni caso ho avuto la fortuna di fare un viaggio con la mia famiglia fuori dall’isola in cui sono nato – Kauai – quando avevo dieci anni. Nonostante fossero solo trenta minuti d’aereo quel giorno mi sono reso conto che là fuori c’era un mondo intero da scoprire e che grazie al viaggiare avrei potuto vederlo con i miei propri occhi. Como dici tu, il primo viaggio mi ha fatto provare la sensazione di essere indipendente; inoltre, il fatto da sapere che qualcuno mi stava aspettando a destinazione mi ha tranquillizzato un po’. Non riesco ancora a viaggiare senza punti di riferimento nei luoghi che visito.
Mi sento molto fortunato e privilegiato per essere nato nelle Hwaii. Siamo l’ultimo Stato che si è aggregato al paese (nel 1959) e anche grazie a questo abbiamo molta storia anteriore al nostro essere statunitensi. Hawaii è stato l’unico Stato ad avere una monarchia. Siamo stati americanizzato, ma non penso che lo siamo davvero del tutto. Studiamo l’inglese, ma parliamo pdgin tra di noi. Siamo abituati a mangiare piatti tipici nordamericani, ma allo stesso tempo abbiamo un background gastronomico molto importante grazi all’influenza delle diverse etnie che costituiscono l’hawaiano. Portiamo avanti le traizioni locali, ecc. molti di quelli che visitano le Hwaii per la prima volta si rendono conto delle grande differenza. Facciamo parte degli Stati Uniti ma siamo orgogliosissimi di essere delle Hawaii. A differenza degli altri Stati, non puoi considerarti hawainano a meno che tu non abbia davvero origini dei nativi hawaiani. Io mi sono sempre considerato tale, sono nato e cresciuto lì, così mia madre e prima di lei mia nonna.
È vero, quella sarà sempre casa mia. Va detto che lo sviluppo, come in qualsiasi parte del mondo, va a pari passo con la quantità di persone che lo visitano. Infatti, da quando facciamo parte degli USA la popolazione è raddoppiata e il numero di turisti cresce ogni anno. Mi ricordo molto bene di com’era l’isola quando ero piccolo e ho la sensazione che non sia cambiata tanto com altri posti. Nonostante il turismo, a Kauai si è sempre cercato di limitare la frenesia edilizia. Tra le altre cose è stata creata una legge che vieta di costruire edifici più alti delle palme per potere vedere sempre il panorama e le montagne. La prima volta che lascia l’isola restai a bocca aperta quando mi ritrovai davanti i grattacieli dell’isola di Oahu. Non ne avevo mai visto uno in vita mia. Non potrei immaginarmi Kauai così. Bisogna comunque dire che a volte i cambi sono necessari per restare al passo con i tempi e le esigenze della gente.
Las Vegas è come una calamita per molti hawaiani. Così tanto che è chiamata la “Nona isola hawaiana”. Vedere così tanta gente di lì mi fa sentire un po’ a casa. Riesco sempre a riconoscere un hawainano tra la gente, per come si veste, per qualche adesivo sull’auto o semplicemente, per il modo di fare. È molto divertente. Las Vegas l’avevo già visitata prima che la mia famiglia decidesse di trasferircisi. E ogni volta notavo come la città subisse l’influenza delle Hawaii. Mi piace poter mangiare cibi tipici delle isole e addirittura, comprare prodotti importati da là. Può sembrare impossibile, ma ricordo i camion scaricare case di prodotti congelati che arrivavano dalle Hawaii. La cosa che più mi piace della città è che ogni volta che ci rimetto piede è cambiata un po’, penso che questo la renda interessante e sorprendente. E ve lo dice uno che può tranquillamente fare a meno dei casino e il gioco d’azzardo.
Credo che viaggiare in un’auto con più persone possa essere molto arricchente. Un road trip implica creare relazioni intense con i tuoi compagni d’avventura. Penso anche che sia molto più rilassante stare in macchina condividendo musica e storie di vita. Viaggiare in questo modo ha anche qualche vantaggio pratico come quello di poter pagare la benzina in gruppo, fermarsi o cambiare percorso, ecc. Un viaggio in auto ti una libertà quasi totale che viene a mancare quando ci spostiamo in bus o treno.
Mi sono innamorato dell’Europa. Era la prima volta che ci mettevo piede e non vedo l’ora di tornarci. Penso che mi sia piaciuta così tanto grazie anche alla gente che ho conosicuto. Le relazioni interpersonali sono sempre la parte migliore di un viaggio, né un luogo né un monumento possono darti tanto. Ovviamente è stato impressionante vedere da vicino l’architettura di alcuni paesi e conoscere un po’ più da vicino la storia europea.
I tre posti più belli? Uff, mi sono piaciuti tutti! Dai, ci provo. In Germania mi sono fermato parecchio tempo e penso che è il posto a cui mi sento più legato. Tutto mi ha colpito positivamente: la gente, la cultura, il cibo e la birra. Non sono un gran fan della birra, ma può essere un buon alleato per passare un bella serata in compagnia. Dopo la Germania si dividono il resto del podio Svizzera e Olanda. Mi sono divertito molto in entrambi, ma mi piacerebbe tornarci in estate.
Effettivamente, prima di arrivare in Europa sono stato qualche mese in Asia. Nonostante la massa di turisti, mi è piaciuta molto la Thailandia. In più è tutto super economico: dormire, mangiare, viaggiare. In Thailandia ho cercato di uscire un po’ dai circuito turistici e forse per questo ho un così bel ricordo, e poi, turistici o no, posti come Koh Tao sono sempre straordinari.
Sinceramente il futuro non mi interessa molto. Sono felice di aver conosciuto così tanti nuovi posti negli ultimi anni e mi sono innamorato di questa vita itinerante. Comunque, mi piacerebbe vivere un periodo in un paese nuovo per poter condividere usi e costumi locali e, perché no, imparare una lingua nuova. Sfortunatamente l’unica che parlo è l’inglese e ammiro molto la gente che può parlare tre o quattro lingue differenti. Se dovessi poi decidere ti mettere radici, spero di avere dei figli e che possano crescere parlando più lingue.
Mah, non mi considero proprio un esperto. Anzi, grazie a Couchsurfing imparo qualcosa di nuovo ogni volta. Questa comunità mi ha aperto le porte – virtualmente e letteralmente – su un mondo nuovo e fantastico. Dalla gente che mi ospita dipende spesso la durata del mi soggiorno in un posto. Sempre grazie a Couchsurfing ho conosciuto tanta gente, alcuni di loro li ho pure rivisti mesi o anni più tardi e spero di riincontrarli di nuovo qualche giorno. Per rispondere alla tua domanda, non riesco a pensare a un viaggio senza Couchsurfing ormai.
Come ti dicevo, ho vissuto davvero tante esperienze con Couchsurfing e nessuna la ricordo negativamente. Ho conosciuto gente molto interessante e ho condiviso con loro esperienze che non avrei vissuto senza CS. Mi piacerebbe potertene raccontare una in concreto, ma non penso ce ne sia una più straordinaria delle altre. O, per meglio dire, ne ho troppo straordinarie tra cui scegliere.
Più che un errore il mio è un difetto cronico: la mancanza di un programa. Il problema è che nel fondo mi piace troppo arrivare in un posto senza aver organizzato nulla, lasciandomi guidare dall’istinto. Ovviamente, un po’ più d’organizzazione mi avrebbe anche fatto risparmiare qualche euro, ma non ce la faccio proprio. In generale, faccio fatica a programmare le cose con anticipo. A volte mi sono ritrovato in situazioni in po’ fastidiose, ma vabbè, alla fine è sempre andato tutto bene e quando ci ripenso non posso che farmi una risata.