Claudio: da 5 anni in viaggio da cuoco a scrittore introspettivo

Categorie: Interviste

Claudio Longo, cinque anni di viaggio come chef in tutti i continenti, essere nomade lo ha aiutato a conoscersi e a scavare dentro sé stesso.

Claudio Longo: 5 anni fa, dopo lungo tempo di indugio e infelicità ho incontrato un nuovo me. Da allora ho vissuto in quattro continenti e ho scoperto la scrittura e la vita, concorrendo il sogno di passare da cuoco a scrittore di viaggi. Potete seguirmi su www.claudiolongoinviaggio.com



1.Che cosa c’era nella tua vita che ti impediva di essere felice?

Essenzialmente riunisco tutte le mie mancanze nel mio “non ascolto di me stesso”. Prima reprimevo ogni cosa sul nascere non dandomi modo di ampliare o modellare i sentimenti. Poi, dopo aver tolto il controllo alle inutilità, ho focalizzato la mia vita sulle emozioni e allora il viaggio è diventata forma per toccare in profondità tutto ciò che anelava in me da lungo tempo; vivere i paesaggi, scoprendo cosa c’era altrove fuori e dentro di me.

2. Cosa ha fatto scattare la forza di cambiare?

In fondo al muro di razionalità che mi proteggeva dal mondo esterno, ho riconosciuto di essere un’anima desiderante.



Era troppo amara quella sensazione di non piacermi più, di sentirti profondamente scontato e retorico. Di comprendere che le mie energie ogni mattino fossero spese male, per ogni mia parola detta e per ogni gesto o azione compiuta. Non sarebbe potuta andare sempre cosi, perciò per uscire questo rebus repressivo ho condotto i miei sguardi in luoghi che potessero darmi nuove intenzioni evolutive e da lì è scattato qualcosa di autentico in me.



3. Cosa hai deciso di fare?

Continuando a fare il mio mestiere da cuoco per finanziare i miei viaggi sola andata, ho avuto la possibilità di vivere per brevi e lunghi periodi in Inghilterra, Spagna, Australia, America, Norvegia e Nuova Zelanda e al contempo fare esperienze riflessive e meditative lungo il deserto indiano, le montagne dell’Himalaya in Nepal, il cammino di Santiago, l’aurora boreale in Islanda e la cavalcata fino a Capo Nord, disegnando in questo stravolgimento l’intenzione di percorrere un binario alternativo per il seguito dei miei giorni vogliosi di una immagine rinnovata.

4. Hai viaggiato e lavorato in molti paesi, come trovavi lavoro in loco?

Abbinando il viaggio al lavoro non ho mai programmato le mie mete, se non ha volte siano state definite dai visti in scadenza fuori dal continente europeo, quindi, seguendo la bussola delle mie sensazioni ho sempre scelto un luogo e poi puntato un posto di lavoro al fine di perseguirlo e ottenerlo.

Sotto questo aspetto credo che il campo della ristorazione sia molto agevolato rispetto ad altri lavori, ma io, non scelto di viaggiare per essere un cuoco migliore bensì una persona migliore, quindi con o senza la giacca da chef avrei fatto esattamente tutto ciò che ho fatto.

5. Cosa ti ha donato la scrittura?

La scrittura è stata essenzialmente la mia salvezza. Viaggiando sempre in solitaria ho assorbito e acquisito il carattere più profondo dei luoghi e per non disperdere tutto il magnifico che si stava abbattendo in me, ho trovato attraverso la scrittura “il senso” del rumore di un oceano, il caos di una città o l’andare di un treno. Tutto questo è diventato voglia perpetua di ampliare il mio quadro, cercandone una terapia al suo interno.

6. Ti definisci uno scrittore di viaggio introspettivo, cosa vuol dire?

Bella domanda!

Quando viaggio non mi basta osservare un luogo e ridurlo ad una sensazione che mi sfiori soltanto.

Non è sufficiente “riferire” un paesaggio riducendolo ad una forma metrica e statica. Quando vivo un luogo ho bisogno di “ferire” me stesso. Attentare al mio “Io” mischiando e contemplando i miei bisogni emotivi a tutte le ricerche evolutive.

Cosa potrà darmi l’onda di quell’oceano oltre quel rumore? Quale rappresentazione spira lungo quel tramonto al di là del suo colore?

Il viaggio è diventato per me perenne osservazione interiore, ed è questa l’intenzione che cerco per dare senso ai miei scritti.

7. Hai scritto dei libri fino ad oggi?

Si, il viaggio è diventato voglia di scoperta, come appunto la mia storia dice, perciò tra aprile e novembre dell’anno scorso ho pubblicato i miei primi due romanzi intitolati “Il cammino e la sua isola” Vol.1&2.

Un lavoro che tradotto nel suo titolo ispirano la mia vita a quella di un viandante alla ricerca della sua “isola”, ossia della sua pace esistenziale. Tutto ciò ritrae un diario di viaggio che accoglie i passi di Thomas (il protagonista nel romanzo) lungo il cammino di Santiago, passando per Andalusia, Islanda e Giappone e attraverso una ricerca perpetua della felicità vissuta tra luoghi e verità svelate.

A ottobre uscirà invece il mio 3° lavoro, “Sulla rotta verso il Nepal”, che racconterà del mio recente trekking-fotografico lungo il sentiero dell’Annapurna, passando tra i suoi villaggi remoti, con un dolce affondo in quelle culture e il perenne desiderio di cercare un po’ di me dentro sguardi altrui.

8. Queste scelte di vita ti stanno portando sulla giusta strada per la felicità?

La felicità per me è l’ascolto dei propri desideri. Fino a questo punto mi ritengo soddisfatto, ma non di certo appagato, anche perché ho preteso un grande cambiamento da me, pertanto mi voglio ritenere all’altezza di ciò che sarà.

9. Programmi per il futuro?

Oltre al volermi bene, la mia intenzione primordiale è quella di continuare a credere nella libertà e scriverla attraverso nuovi romanzi, per tutte le forme che la vita che mi metterà davanti.

Il resto sarà soltanto uno sguardo verso l’orizzonte che chiederà realizzazione e incoscienza. Quella che adesso voglio ascoltare senza più filtri né limiti.