La vita di Carlo Mauri, esplorare il mondo 40 anni fa, nonostante le ferite!

Categorie: Esperienze

A volte le storie che si conoscono, quelle di cui si fanno libri, film non sono esclusivamente le più belle o le più interessanti, ma in molti casi quelle che hanno avuto la possibilità di essere raccontate!



Oggi vi racconto una storia di un uomo che avrei voluto davvero conoscere di persona, purtroppo non è più possibile, ma ho avuto il piacere di parlare con sua figlia, che si chiama come me, Francesca.

Parlo di Carlo Mauri, credo che pochi di voi sappiano chi sia, io ho avuto la fortuna di conoscere la sua storia perché in BIT i miei amici di Earth Viaggi hanno allestito una mostra in sua memoria.



Carlo Mauri era un alpinista, intorno agli anni ‘60 ebbe un gravissimo incidente che gli lasciò una gamba offesa. Molte persone al posto suo avrebbero preso questa tragedia come un segnale e una flessione della propria vita, lui ha semplicemente cambiato il modo di sfidare se stesso, non più uno sportivo, ma un esploratore.



La sua gamba è diventata un fardello, uno “zaino” da trasportare a diverse latitudini del mondo. Il dolore e la difficoltà non hanno mai limitato la sua vita, solo la curiosità guidava la sua giornata.

Spesso i viaggiatori errano per anni, senza capire la meta della propria vita, poi ad un trattato tutto diventa chiaro, limpido e iniziano a dare un significato diverso ad ogni percorso, ad ogni tappa ad ogni girono o anno speso sulla strada.

Parlando con Francesca lei mi ha detto: “è stato un padre difficile, ma leggendo i suoi diari e le sue fotografie ho capito che era un grande uomo, ma io non me ne accorgevo.”

[box style=’success’] L’incomprensione delle persone più vicine è un tratto molto comune dei grandi esploratori, Carlo Mauri diceva:  “Non sapevo, non immaginavo che quello che desideravo essere, cioè qualcuno, mi avrebbe isolato dall’essere “come tutti”.

“Gli alpinisti e gli eroi servono come esempio, ma fuori da casa, perché averli vicino fanno soffrire”

“ Mi sono convinto che solo vagabondando sarà possibile superare la convinzione innata secondo cui noi soli siamo essere umani razionali, mentre nessun forestiero lo sia davvero pianamente.” [/box]

Per un esploratore di più di quarant’anni fa i confini sono sempre fluidi, le sue imprese sono intense, forti, direi dolorose come la sua gamba. Ha attraversato lAmazzonia con delle tribù che al giorno d’oggi sono estinte, ha esplorato il deserto australiano, attraversato due volte l’oceano con una barca di papiro. Si esatto, una barca interamente fatta di papiro che ha contribuito a fabbricare lui stesso. Ci sono leggende che dicono che i primi esploratori delle Americhe siano le popolazioni africane, infatti le barche usate, sono le stesse che al giorno d’oggi solcano le acque del lago Titicaca. Calo Mauri è partito dall’Egitto con una di queste ed è arrivato ai Caraibi, con un equipaggio di solo 14 marinai.

Ha deciso di fare il viaggio di Marco Polo, da Venezia a Pechino a cavallo o cammello, con suo figlio di 14 anni e proprio mentre stava attraversando la Russia  la sua gamba ha ceduto, stava morendo di cancrena, e potremmo dire che proprio questo è  stato io momento insight , rivelazione della sua vita. E’ stato trascinato nelle cure di un medico russo, Ilizarov, che ha applicato le sue innovative tecniche ortopediche alla sua gamba ormai marcia, risultato, dopo mesi cure è tornato a Lecco, la sua città d’origine, saltellando, o come mi ha detto Francesca, è partito con una scarpa ortopedica è tornato con le scarpe da ginnastica.

Non solo ha recuperato la salute che anelava da tutta al vita, ma proprio attraverso il viaggio ha trovato e capito il vero scopo della sua vita, portare il metodo Ilizarov in Italia, e in Europa, per guarire tutte quelle malattie ortopediche che stavano storpiando e rovinando migliaia di persone come lui. Con enormi sacrifici è riuscito a far arrivare il dottor Ilizarov oltre la cortina di ferro, a fargli diffondere questo metodo in Italia ed ora l’università di Lecco è pioniera nella cura di alcune patologie ortopediche.

Mi auguro che si trovi il modo di fare della mostra che ho visto un libro, personalmente, a chiunque di voi, si trovi nelle prossimità della mostra su Carlo Mauri, consiglio di dedicarci un’orettta. Nel mentre seguite questo tumbl bigio2013.tumblr.com