Fare un corso di cucina Balinese a domicilio

Categorie: Bali, Indonesia

Sono sincera non sono una grande fan della cucina Balinese, troppo dolce per i miei gusti, ma è indubbio che cucinarla sia una arte. In Italia non siamo molto familiari alla cucina indonesiana, direi che quasi non ci sono ristoranti, cosa molto diversa invece accade in Olanda dove hanno un retaggio molto forte derivante dalle colonie passate. Durante il mio retreat balinese, ho deciso di organizzare un corso di cucina nella nostra villa, mi piaceva l’idea che mettessimo le mani in pasta in qualcosa che conosciamo poco, che avessimo il coraggio di provare e odorare spezie, radici o creme con un odore direi troppo forte. Per organizzare questa esperienza alla perfezione ho contattato il Tugu Hotel, uno dei più bei hotel 5 stelle di Bali. Nella sua sede quello che lo contraddistingue credo sia senza dubbio l’arredamento, davvero meraviglioso che ti porta indietro nel tempo, ma quando si utilizzano i suoi servizi fuori dall’hotel, quello che ti rimane in mente è l’altissima professionalità del suo staff. Per il nostro corso di cucina sono arrivate 5 persone di staff, 2 chef, 2 sous chef e un aiutante, ma la cosa che mi ha più colpito è stata che hanno portato tantissimi prodotti per farceli provare ed assaggiare. Cucinare piatti di una cucina così lontana dalla nostra è un modo per imparare a conoscere meglio la cultura di un popolo. Capire come certe foglie vengono sempre sminuzzate, mentre altre lasciate intere, quanto lo zucchero o il sapore aspro della crema di pesce dia importante per conferire il sapore perfetto.



Quante ore passano a grattugiare il cocco per poterne ricavare una piccolissima quantità di latte. Quando ordiniamo un pollo alla griglia per noi quella salsetta rossa è solo pomodoro speziato, quando invece lo prepari con lo chef, ti accorgi di quante erbe, noci, tipi di cipolle, tuberi, radici e aglio ci sono in quei pochi cucchiai di salsa rossastra, di come quel pollo non è solo grigliato, ma ha ben 3 cotture, prima viene bollito, poi viene soffritto a lungo con la salsa e prima di essere servito viene grigliato. Abbiamo preparato che i satai di pesce, quella specie di spiedini che servono in quasi tutti i ristoranti, solo che qui invece del bastoncino di legno c’era un lungo stelo di citronella.



Sembrano facili da fare, mischi il pesce con le spezie e li arrotoli, invece no! È un’arte. Prima pesti tutte le spezie e la frutta secca nel mortaio, poi le impasti a mano con il pese e poi con un tocco delicatissimo, come se stessi impastando un dolce, con piccoli pizzicotti lo arrotoli intorno alla citronella. Inutile dire che noi siamo stati delle “pippe” e sus chefs hanno dovuto rifare tutto il lavoro. Credo che il mio momento preferito del corso di cucina sia stato vedere le montagne di spezie e verdure perfettamente tagliate, accostamenti di colori così piacevoli, così profumanti che avevo paura a mischiarli, non volevo rovinare questa opera d’arte. Gli asiatici si sa, il dolce non è esattamente il loro forte, eppure quelli del Tugu sono riusciti a farci ingozzare di strane palline verdi! Dei pasticcini di farina di riso con un ripieno di zucchero di canna che con il caldo si fonde. Si preparano come dei piccoli gnocchi, si fanno bollire e una volta che vengono in superfice sono pronti per essere avvolti nella farina di cocco. Gnammy!



Menù del corso di cucina:

Ad ogni modo in italiano non fanno effetto, detto in indonesiano aveva tutto un altro sapore 😉