Vulcano Rinjani, il peggior trekking della mia vita.

Francesca Di Pietro Pubblicato il

Ogni volta che faccio un viaggio individuo in trekking da fare, anche se poi durante il tragitto spesso imploro!! I trekking mi piacciono, sono una reminiscenza della mia vita passata o meglio del mio ex ex, mi piace la fatica, sapere che puoi spingerti oltre, che anche se è dura alla fine ce la fai, e che non tutti possono vedere quel bellissimo panorama solo i più valientes, come direbbero in Latino America.

Per i miei 2 mesi in Indonesia avevo individuato la scalata al Rinjani come trekking da fare, sono 2 notti 3 giorni. Non si incontrano tante persone che l’hanno scalato, a Lombok si dice: “Vai a Gili per i party, a Kuta per rilassarti e sul Rinjani per stancarti!” ed effettivamente concordo. Ho incontrato una ragazza a Kuta Lombok che mi ha detto che è stato davvero duro che il percorso è tutto sabbioso quindi sali a gambero un passo avanti e due indietro. Ma la cosa mi sfidava alquanto è ho deciso di farlo, anche perché io adoro i vulcani! Ho prenotato a Kuta Lombok in una delle mille agenzie tutte uguali, non sai mai con quale tour operator partirai sai solo quanto costa e cosa ti aspetta!

Arrivata a Sanaru ho capito che sarei partita con Restu che ha sia una home stay che un agenzia, scrivetevi bene il nome RESTU, non la prendete mai!

Il mio gruppo di partenza era di 5 (tutti francesi ovviamente) poi la mattina seguente ci siamo accorti che eravamo 9, abbiamo aspettato la nostra guida tutti pronti alle 7.30, ma non arrivava nessuno, alle 8.30 ci hanno detto che saremmo stati 12 e che dovevamo aspettare gli altri, alle 9 c’eravamo tutti.. tranne i porters, ossia le persone incaricate di portarci le tende e i viveri.

I mugugni iniziavano a farsi sonori, per i trekking si parte sempre presto e stava diventando davvero tardi! La nostra guida Owen ci ha detto che non si trovavano i porters e che il boss stava fermando i ragazzi appena scesi dal trekking precedente per mandarli su di nuovo! Semplicemente disumano!

Così iniziamo a salire, le prime due ore passano veloci, arriviamo al Pos 2, dove avremmo dovuto pranzare, tutti gli atri gruppi erano già arrivati e stavano mangiando, ma i nostri porters non si vedevano neanche all’orizzonte! Il Pos 2 era una pattumiera nella selva, bottiglie di plastica ovunque, carte di snack, carta igienica, escrementi di ogni tipo, uno schifo!

Aspettiamo 2 ore seduti per terra, i porters iniziano a cucinare in una maniera veramente imbarazzante, tagliano il pollo per terra, mettono le posate sul terreno e poi le puliscono con una salviettina, tutto era di tutti mai lavato da mesi, o forse mai, è vero che in campeggio questo è diffuso, ma almeno fatelo lontano dai clienti! Alla terza ora arriva un piatto di noodels precotto con un uovo sodo, poi mi dovranno spiegare perché ci hanno messo 3h! nel mentre si aggiungono altre persone, siamo diventati 18!!!

Continuiamo a salire, la camminata si fa impegnativa, anzi direi molto tosta, la nostra guida non c’è siamo soli abbandonati a noi stessi e non sappiamo quale sia il posto per campeggiare la notte. Arriviamo vicino al cratere, tutte le altre tende sono già montate, quindi pensiamo che sia quello il nostro luogo per la notte, ma un ragazzino che parla a mala pena inglese ci dice “no dobbiamo salire lassù, ancora un ora di cammino!” Così a malincuore ci incamminiamo e arriviamo nella piazzola per le 5 giusto in tempo per il tramonto, lo spettacolo è meraviglioso, siamo sopra le nuvole, il vulcano Agung di Bali si sovrasta ogni paesaggio, il cielo è rosso, con delle nette strisce orizzontali, meraviglioso! Siamo tutti felici e soddisfatti, il sole tramonta velocemente e la temperatura cala di botto, siamo a 2.700mslm, il vento inizia a soffiare, alle 7.30 arriva la nostra guida, dice che i porters son indietro perché sono nuovi e hanno troppo peso. Noi comprendiamo lo sforzo, ma siamo l’unico gruppo a non avere le tende già montate ed è buio pesto, cerchiamo di accendere un fuoco, ma non ci sono rami nelle vicinanze quindi non riusciamo a scaldarci.

Alle 9.30 arrivano i porters, non hanno la più pallida idea di come montare le tende, i ragazzi li aiutano, noi li illuminiamo con le torce, altri due iniziano a cucinare, è tardissimo il giorno dopo ci saremmo dovuti svegliare alle 5!

Il freddo e l’altitudine iniziano a fare le prime vittime, due ragazze iniziano a vomitare, prendiamo un sacco a pelo e le facciamo riposare nelle tende già pronte.

Verso le 10.40 arriva la cena, riso in bianco con una coscia di pollo fritto, tutto ha lo stesso sapore, quello del fumo della brace, la maggior parte di noi non riesce a mangiare, vedere come puliscono e cucinano è troppo disgustoso.

Decidiamo di andare a dormire, sono ormai le 11 passate, ma qualcosa non torna, ci sono 8 tende invece di 9!! mancano 5 sacchi a pelo all’appello e 5 materassi! Come facciamo?

La nostra guida se ne lava abbondantemente le mani, dice che un porter si è perso è che c’è poco personale perché sono tutti in ferie per la fine del ramadan.

Inutile dire la nostra reazione, ma a 27000mslm hai poco da lamentarti, devi passare la notte.

Noi single ci disponiamo in 3 nelle tende, io capito con due francesi di cui uno alto 2 metri! Mettiamo un materasso in orizzontale sotto le nostre anche per limitare la sensazione di dormire sulle rocce. Le due guide ci danno i loro sacchi a pelo, quelli estivi da +15!! Li apriamo coperta e cerchiamo di riscaldarci!

La notte è lunga, io sono stanchissima crollo in pochi minuti, ma dopo un ora esatta mi sveglio di soprassalto, è arrivata una tempesta di vento, il rumore che fa il vento è assordante, non si può dormire neanche con i migliori tappi per le orecchie. Le tende si rompono e ci cadono addosso, siamo tutti svegli, si sentono le voci all’esterno, ma nessuno ha il coraggio di uscire.

I poveri porters sono trattati come bestie da soma, non hanno né tenda né una coperta per ripararsi, stanno tutti li all’adiaccio, rannicchiati tra loro per farsi calore, lasciano il fuoco acceso per riscaldarsi, ma il fumo spesso rende l’aria irrespirabile tutta la notte.

Per fortuna alle 5 arriva l’alba, ci svegliamo alcuni di noi hanno la febbre altissima, nessuno ha dormito, io ho un raffreddore forte e un mal di testa incredibile. La colazione è stata peggiore degli altri 2 pasti, con lo stesso olio del pollo hanno cotto i pancackes, il te ha una consistenza strana, cerchiamo di mangiare qualcosa perché in montagna c’è bisogno di energia! Le ragazze che il girono prima vomitavano decidono di tornare indietro e io di seguirle. So che molte persone potranno pensare che è un atteggiamento vigliacco, che bisognava continuare, ma un trekking è una sfida con te stesso, è un discorso privato con il tuo corpo, è duro ma divertente allo stesso tempo, se non ti diverti più meglio fermarsi, non è un lavoro.

Pensare di arrivare a 3200mslm senza tende e in quello stato non era allettante e poi io conosco il mio carattere, se mi girano, sono insopportabile e nn affronto bene le difficoltà, così scatto un po’ di foto e scendo giù, mi aspettano altre 5 ore di cammino. Ci danno un porter per guidarci, ma lui hai il suo passo e noi il nostro, ci perdiamo tutti dopo la prima ora, faccio tutto il trekking da sola, pensando a quanto sia basso il livello di sicurezza, non c’è niente che possa aiutare qualcuno di difficoltà.

Arrivata alla base, vado al boss Hussman il proprietario dell’agenzia, il quale con un sorriso serafico mi dice “ mi dispiace ti pago il traghetto per le Gili (20K rupie ossia meno di 2 €)

Non mi ha dato retta un secondo, una donna che vuole lamentarsi e arroga dei diritti? Un’altra volta in viaggio si evidenziano le differenze di genere soprattutto in un paese mussulmano (ovviamente nn generalizzo), così decido che è meglio passare oltre e partire il prima possibile per il mio adorato paradiso di Gili.

Consigli sul trekking:

– Se decidete di farlo fate delle ricerche sull’agenzia, meglio spendere dei soldi in più ma non rischiare di ammalarsi o farsi male, ricordatevi che il trekking nn è attrezzato per eventuali infortuni;

– molte persone fanno l’errore di avventurarsi senza l’attrezzatura necessaria, dai vestiti termici alle scarpe , non sottovalutate la componente climatica fa davvero freddissimo e il vento è gelido.

– verificate bene come vengono trattati i porters, dovrebbero essercene uno per ogni trekker, assicuratevi che abbiano un posto dove dormire e del cibo a sufficienza

– il trekking è lercio cercate di non contriburite a renderlo ancora più disgustoso

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Psicologa e Viaggiatrice. Giro il Mondo e studio la personalità dei viaggiatori! Ho visitato più di 75 paesi molti dei quali da sola. Per me il viaggio è uno strumento di crescita personale. Ho creato questo sito per tutti quelli che amano viaggiare da soli o che vorrebbero iniziare a farlo. Ho pubblicato: Il Bello di Viaggiare da Soli: guida al travel coaching per ottenere il massimo da noi stessi edito Feltrinelli.

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