Viaggiare da soli in Irlanda

Francesca Di Pietro Pubblicato il

L’Irlanda è piacevolmente vicino, purtroppo spesso viene assimilata alla cultura inglese per ragioni politiche e vicinanza geografica, ma devo ammettere che le differenze sono nette e pronunciate. Viaggiare da soli in Irlanda è facile, potrebbe essere la meta adatta a chi ha voglia di affacciarsi a questa modalità di intendere il viaggio.

Durante il mio soggiorno in Irlanda ci sono stati alcuni elementi che hanno colpito maggiormente la mia attenzione e mi hanno fatto riflettere su questa destinazione, Si tratta di elementi che mai avrei pensato di trovare mentre organizzavo il mio viaggio, così ho pensato di raccoglierli qui:

1. Forte identità regionale

Che gli irlandesi siano nazionalisti si sa; d’altronde come non esserlo dopo che hanno cercato di soffocarti per secoli, ma non sapevo che ci fosse un orgoglio regionale così spinto.

La storia del nostro paese vede il raggruppamento politico di 2o stati così per noi è naturale sentirci più orgogliosi di essere napoletani, siciliani o veneti piuttosto che italiani. Sono stata sorpresa di trovare qualcosa di molto simile in Irlanda, quando parli con qualcuno, la prima cosa che ti dice è la provincia dalla quale viene e successivamente inizia a sottolinearti tutti gli elementi che ovviamente contraddistinguono la sua terra d’origine dal resto del paese. Mi è piaciuto molto come atteggiamento, è ricco d’amore e dopo che hai bevuto diverse pinte di birra, fa anche ridere.

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2. La cultura del pub

Un luogo buio, maleodorante, pieno di fumo dove orde di persone bevono litri di birra fino a ridursi privi di conoscenza, diciamo che questa era, un po’ estremizzata la mia idea di pub. Ma devo ammettere che quello scenario è più riconducibile all’Inghilterra.

Gli irlandesi sono un popolo sociale e socievole, hanno la sfortuna di vivere in una terra in cui le condizioni climatiche non favoriscono la socialità e quindi si aggregano nei pub, ma non è un luogo in cui si beve solamente, è un luogo in cui si portano avanti le proprie passioni. Potete girare tutta l’Irlanda in lungo e in largo, di sera andare anche in un piccolo pub di provincia e vedrete che troverete di sicuro un luogo dove si fa musica dal vivo, un alternarsi tra musica tradizionale, musica leggera e cantautori emergenti. Le persone si radunano a prescindere dal giorno, direi quasi tutta la settimana, nello stesso posto si possono incontrare ragazzi poco più che ventenni e gente di 60 anni, ogni tipo di generazione ama i pub, ama la musica dal vivo e ama la Guinness. In Italia i confini generazionali sono più netti; è quasi impossibile trovare genitori e figli nello stesso bar, già io stessa non esco in locali frequentati da ventenni. In Irlanda non importa chi è seduto nello sgabello accanto a te, l’unica cosa certa è che si hanno dei gusti in comune e quei gusti non possono far altro che unire, mai allontanare.

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3. La danza irlandese

Saltellano a ritmo frenetico, con scarpe rumorose, un suono simile al tip tap, ma meno ritmato, meno elegante; sembra che non ci sia un senso a legare quei movimenti, ed invece ti soffermi un po’ di più e noti che sono delle coreografie studiate e che ognuna di esse ha un significato.

Ero a Killarney, ho conosciuto una ragazza che lavorava in una scuola di danza irlandese, ha fatto una dimostrazione,  insegnato un po’ di passi, poi mi ha spiegato da dove viene la danza irlandese.

– Come mai nella danza irlandese non si cono regole per le braccia e si balla solo con i piedi?- “La danza irlandese ha subito una grossa evoluzione durante l’occupazione inglese, gli inglesi ci proibirono di suonare la nostra musica e di ballare, hanno cercato di estirparci tutto quello che ci differenziava come popolo. Noi per protesta abbiamo deciso di far ballare solo i nostri piedi in modo che dalle finestre non si notasse che qualcuno stesse ballando perché la parte superiore del corpo rimane ferma e si muovono freneticamente soltanto i piedi” – Perché ballate intorno ad una scopa che senso ha?- “In passato il popolo irlandese era molto povero, le persone non possedevano nulla, bisognava immaginarsi la realtà, ogni casa però possedeva una scopa, quindi si ballava intorno ad essa in modo da poter riproporre la coreografia ovunque“.

Irlanda - Castello di Adare
Castello di Adare

4. Nazionalismo

Si sa, quando qualcuno di proibisce di fare qualcosa, trasforma quella cosa in una “ossessione”. La cultura irlandese è stata castrata in ogni sua manifestazione durante la dominazione inglese. Il Regno Unito ha cercato di estirpargli passo dopo passo tutto quello che faceva più male, che era più vicino al loro cuore per ridurgli la loro identità come popolo: lingua, religione, letteratura, musica, danza. Ed è proprio per questo che adesso tutti questi concetti sono esasperati o meglio, molto molto evidenziati. Mi sono stupita da quanto gli irlandesi fossero cattolici e con quanto fervore sottolineassero l’appartenenza alla chiesa di Roma, quanti nomi cattolici hanno le persone, così come i posti e e le strade. La lingua sta diventando sempre più importante, per quanto tutti parlino inglese, ora è necessario imparare e parlare fluentemente Irish, sembra strano che un popolo debba studiare per imparare la propria lingua natia, ma lo trovo molto romantico.

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5. Who cares the whether, you didn’t come to Ireland for the sunshine!

Mi hanno accolto così quando sono arrivata a Dublino eppure magicamente il tempo è stato fantastico per quasi tutto il mio soggiorno. Le persone sembravano eccitate, mi continuavano a chiedere “ti piace l’estate irlandese?” per loro era un evento del tutto eccezionale, avere sole e temperature miti in ottobre!

La prospettiva cambia il senso alle cose, per noi la pioggia e le nuvole sono un’eccezione, ci intristiscono ci spingono a restare a casa, per loro è l’opposto. La normalità il grigiore, la pioggerella leggera, le nuvole, il vento, il sole è un regalo, li rende meteoropatici al contrario, ossia felici. Un pomeriggio avevo un programma per esplorare la zona a sud ovest, il sole era alto, si avvicina una ragazza e mi dice “abbiamo cambiato programma, è una giornata troppo bella per andare a mangiare adesso, dovremmo stare di più all’aperto!” Mi ha fatto sorridere, purtroppo non riuscivo a cogliere la loro eccitazione nella domenica soleggiata, ossa lo capivo, ma per me era naturale. Un’altro elemento che  ci aiuta a riflettere che le belle cose che per molti sono scontate per altri sono rare e preziose. Di solito siamo abituati ad associare questo discorso con situazioni più gravi, ma viaggiando in nord Europa mi sono accorta che per loro è un elemento fondamentale, l’inverno è una nuvola grigia che abbraccia le loro giornate, che tarpa i loro entusiasmi, che condiziona una serie di comportamenti sociali a catena a volte anche molto articolati.

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Inch Beach

Quello che ti libera in viaggio è la certezza dell’assenza di futuro, il vivere giorno per giorno ti dà la serenità di scegliere ogni volta quello che davvero vogliamo, senza preoccuparci delle conseguenze, perché la conseguenza di tutto sarà un bus in direzione opposta.

Psicologa e Viaggiatrice. Giro il Mondo e studio la personalità dei viaggiatori! Ho visitato più di 75 paesi molti dei quali da sola. Per me il viaggio è uno strumento di crescita personale. Ho creato questo sito per tutti quelli che amano viaggiare da soli o che vorrebbero iniziare a farlo. Ho pubblicato: Il Bello di Viaggiare da Soli: guida al travel coaching per ottenere il massimo da noi stessi edito Feltrinelli.

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