Viaggiare da Soli in Norvegia con i trasporti pubblici

Francesca Di Pietro Pubblicato il

Mi chiamo Andrea Bussi, ho 43 anni e vivo a Mozzanica, un bellissimo paesino della provincia bergamasca.
La mia più grande passione è viaggiare, ed ogni occasione è buona per spostarmi.
Lavoro per una multinazionale americana, dove per motivi professionali sono spesso in giro per l’Italia e l’Europa.
E, nonostante questo continuo pellegrinare, cosa faccio non appena dispongo di qualche giornata di riposo? Viaggio.
Ma un tipo di viaggio diverso, molto semplice, “easy”, ovvero da zaino in spalla.
Si, perché lo zaino abbatte ogni tipo di barriera: con chi vi fermereste più volentieri a parlare, magari sorseggiando una birra? Con il turista in camicia bianca e occhialini da sole ultima generazione, o con il viaggiatore zaino in spalla? Beh, io non ho dubbi su chi dei due abbia più aneddoti da raccontarmi 🙂

1. Hai percorso la Norvegia con i mezzi pubblici raccontaci come ti sei organizzato?

La Norvegia si estende per circa 2500 KM, il doppio dell’Italia, su un territorio morfologicamente vario, fatto di foreste, fiordi, insenature, coste, baie, isole e ghiacciai, ma grazie all’efficientissimo modello del trasporto pubblico norvegese, attraversarlo è stato un gioco da ragazzi.
Gli itinerari che offre questo paese sono infiniti, ma per soddisfare i miei desideri mi sono documentato per diversi mesi prima della partenza, per poi pianificare e prenotare tutto l’intero percorso via internet, dai pernottamenti nei vari ostelli, ai biglietti dei bus, dei traghetti, delle navi, il tutto con una comodità estrema.

Come da mia abitudine ormai consolidata negli anni, il primo step imprescindibile consiste in una lettura generale della guida “Lonely Planet“, per poi approfondire i vari temi ed affinare la ricerca tramite il web.
Una volta ben chiara la distribuzione della rete del trasporto pubblico, ho potuto iniziare a programmare il viaggio suddividendo la Norvegia in zone da esplorare, e definendo, successivamente, ciascuna zona in diverse tappe.
Un esempio ?
La parte meridionale della Norvegia offre una fittissima ed efficientissima rete di bus e traghetti, che permette, non solo di passare da un fiordo all’altro con una facilità estrema, ma anche di percorrere distanze più lunghe ed impegnative come da Stavanger a Bergen, senza la minima preoccupazione di un minuto di ritardo per una possibile coincidenza.
Sapere poi che il capolinea più settentrionale della ferrovia norvegese coincide con la cittadina di Bodo, circa 200 KM sopra il Circolo Polare Artico, è stato utile per decidere di attraversare tutta la parte centrale della Norvegia, circa 700 KM, da Trondheim sino a Bodo, avvalendomi del solo trasporto su rotaia.
Ma Bodo è anche il punto di accesso alle maestose ed incantevoli Isole Lofoten, e da qui infatti è iniziata la seconda parte del mio viaggio proteso verso le terre artiche, e stavolta via mare. Un solo giorno di navigazione a a bordo dell’Hurtigruten, alias Postale dei Fiordi, ed eccomi a Tromso, 400 KM a nord del Circolo Polare Artico.

2. Quale punto è stato più difficile da raggiungere così?

Devo ammettere che non ci sono stati punti difficili o inaccessibili, anzi.
Sia nel sud dei fiordi, tra foreste, fiumi, e massicci montuosi che nel nord, dove il panorama lascia sempre più spazio agli altipiani delle zone artiche, ci si può muovere tranquillamente senza alcun intoppo.
Ripeto, i servizi in Norvegia sono “dannatamente” puntuali, puliti, e soprattutto efficienti!

3. Come ti sei organizzato per i trekking?

La Norvegia offre un ricchissimo ventaglio di percorsi naturalistici e trekking su tutto il territorio.
Si ha solo l’imbarazzo della scelta. In questo caso mi sono affidato totalmente ai percotrsi consigliati dall’ente del turismo.

È fondamentale fare riferimento a quanto descritto in queste guide online ufficiali, poiché oltre a descrivere in modo minuzioso e dettagliato come raggiungere i vari siti, percorsi, e sentieri, suggeriscono tutta una serie di norme di sicurezza cui attenersi nell’eventualità si decida, come nel mio caso, di intraprendere in solitaria i vari trekking.
Ad esempio, sapere quale sia la stagione migliore, quanta importanza dare alle previsioni del tempo (lassù il tempo cambia velocemente), quale sia l’abbigliamento più idoneo, tempi di percorrenza e relativi dislivelli, se vi siano dei passaggi più o meno esposti al pericolo.
Tutte queste norme e suggerimenti vanno studiati, programmati, ma soprattutto rispettati se si vuole tornare a casa tutti interi 🙂
Una nota a parte meritano invece i trekking alle Isole Svalbard.
In questo angolo remoto della terra, è altamente raccomandabile, affidarsi alle guide locali, per un motivo tanto semplice quanto di vitale importanza: l’orso polare.
Qualsiasi trekking si decida di intraprendere, dal più semplice appena al di fuori dei centri abitati, al più impegnativo sulle cime a ridosso dei ghiacciai, è sempre consigliabile affidarsi a guide esperte locali che vi accompagneranno, armate di fucile, proprio per scongiurare qualsiasi attacco da parte dell’orso polare.
Anche in questo caso internet permette di mettersi in contatto con i vari enti dislocati alle Isole Svalbard e programmare in totale sicurezza qualsiasi tipo di escursione.

4. Usare i mezzi pubblici è economicamente conveniente ?

La Norvegia rientra tra i paesi più cari al mondo, ma c’è anche da dire che i servizi funzionano tutti alla perfezione, con una sincronizzazione quasi maniacale.
Questo è il motivo per cui, per chi viaggia principalmente in solitaria come me, usare i mezzi pubblici conviene.
Il noleggio di un’auto sfiora cifre improponibili a volte, soprattutto in alta stagione.
Acquistare i biglietti dei mezzi, dai bus ai treni, dai traghetti alle navi, tramite internet permette di risparmiare anche fino alla metà del prezzo del biglietto rispetto all’acquisto direttamente sul mezzo stesso.
Inoltre, consiglio di installare sul proprio smartphone tutte le “App” ufficiali dei mezzi di traporto, principalmente per due motivi.
Oltre a tener traccia degli orari e di tutti gli spostamenti che si effettueranno, consentono, qualora ce ne fosse il bisogno (e credetemi capita spesso), di acquistare o cambiare al volo una tratta evitando code ai terminali, risparmiando tempo, ma soprattutto denaro.

5. Hai trovato i compagni di viaggio in questo modo?

Per molti il viaggiare da soli zaino in spalle è sinonimo di monotonia e solitudine. Per me è l’esatto contrario.
Innegabile il fatto che si disponga di una totale e assoluta indipendenza e autonomia, si è liberi di fare ciò che si vuole, quando si vuole, e come si vuole.
E io adoro sentirmi libero.
Ma nello stesso tempo facilita l’immediatezza di un incontro, e l’interazione con le persone, per strada, negli ostelli, sui bus, sui treni, ovunque.
Viaggiare da solo, non ti “chiude” e non ti “imbavaglia” in discorsi con i soli compagni di viaggio, e magari nella stessa lingua, ma ti lascia aperto a qualsiasi tipo di conversazione e con chiunque.
Gli ostelli poi sono una sorgente inesauribile di relazioni. Se vuoi conoscere come si vive in un paese, vai in ostello.
Conoscerai giovani provenienti da ogni angolo del globo, magari che vivono negli ostelli perché non possono permettersi un affitto, o perché in attesa di trovarsi un lavoro, conoscerai le loro storie, da dove arrivano, cosa fanno, come si vive nel loro Paese di provenienza.
Ascolterai storie interessanti ed altre meno, ma comunque tornerai più “arricchito”, di quando sei partito.

6. Come hai raggiunto le Svalbard e come ti sei mosso?

Ho programmato nei minimi dettagli l’intero attraversamento della Norvegia, con il solo ed unico scopo di arrivare a mettere piede in uno dei posti, a mio avviso, più emozionanti ed incontaminati d’Europa e della Terra, le Isole Svalbard.
Dopo aver attraversato le Isole Lofoten a bordo del Postale dei Fiordi, sono giunto a Tromso, 400 KM a nord del Circolo Polare Artico, uno trai i punti di accesso alle Svalbard.
Da questa cittadina, con un volo di nemmeno due ore, atterro a Longyearbyen, sede dell’unico aeroporto esistente sulle isole.
L’arcipelago, si trova a circa 1000 KM sotto il Polo Nord, esattamente nel bel mezzo del Mar Glaciale Artico tra i 74° e gli 81° di latitudine nord, ed ha il primato di essere la terra abitata più settentrionale del pianeta.
L’emozione di scorgere dal finestrino dell’aereo questa immensa distesa di ghiaccio mette i brividi.
Le isole Svalbard vengono definite “l’Eldorado dei geologi”, e lo testimoniano le diverse stratificazioni rocciose splendidamente visibili sulle pareti delle montagne che disegnano l’Isfjorden ed il Billefjord, i due fiordi che ho il piacere di visitare tramite due escursioni prenotate con largo anticipo.
Parto da Longyearbyen, e dopo 3 ore a bordo di un battello, riesco ad osservare da vicino il fronte del maestoso ghiacciaio di Nordenskiold, e sempre in traghetto mi dirigo poi verso la città fantasma di Pyramiden.
Qui l’uomo, soprattutto in passato, ha cercato di sfruttare le risorse carbonifere di cui queste terre sono ricchissime, creando veri e propri insediamenti, come testimonia questo sito abbandonato dal 1998.
Visitare questo luogo dimenticato da Dio mette i brividi, eppure in un recente passato l’ormai Ex-Unione Sovietica inviò circa 800 minatori seguiti dalle rispettive famiglie per lavorare e vivere in questo luogo in cui vennero costruiti un ospedale, una biblioteca, una palestra, un cinema, il tutto per garantire a questa piccola comunità una vita “normale” e redditizia.
Sapendo poi che alle Svalbard vive un italiano, trasferitosi qui circa 23 anni fa, troppo grande era la curiosità di conoscerlo e di capire cosa l’avesse spinto in questo angolo remoto del pianeta per aprire un piccolo tour operatour specializzato in escursioni.
Decido di prenotare un trekking di circa 8 ore sul Nordenskiöldtoppen, montagna non molto alta (1050 m.), con annesso ghiacciaio, e con la guida (rigorosamente armata) e con un cane groenlandese ho il piacere di godere di viste mozzafiato sul paesaggio circostante.
Longyearbyen, unica cittadina di rilievo che conta circa 2500 abitanti (contro i 3500 orsi polari presenti in tutto l’arcipelago) tra cui personale turistico, minatori, ed un nutrito numero tra studenti (circa 800), studiosi e ricercatori di istanza nell’Università più a nord del pianeta, l’UNIS, ovvero l’Università delle Svalbard.
Perché tanta ricerca e tanta scienza in questo angolo remoto a due passi del Polo ?
Semplicemente perché queste isole nascondono il dna della nostra Terra.
Da dove arriviamo ? Dove sta andando il nostro pianeta? Qui si cercano le risposte a queste domande e non è un caso che il governo norvegese abbia investito più di 50 milioni di dollari per portare Internet (tramite un cavo di fibra ottica nei fondali marini, lungo 2500 KM) sino a queste latitudini, proprio per favorire progetti di ricerca di fama internazionale.
Risulta quindi facile capire perché, come da luogo tra i più remoti al mondo, sia analogamente divenuto anche tra i più accessibili.

 

7. Cosa hai imparato da questo viaggio?

Anche quest’anno, la sfida consisteva nel vedere e capire più da vicino come una nazione vive il proprio quotidiano, come si muove, come si comporta.
Contravvenendo a tutti gli stereotipi che dipingono i popoli nordici gente dal carattere freddo e rigido, voglio sfatare questo mito, e sono felice di aver incontrato e conosciuto persone molto cordiali, allegre e soprattutto rispettose e gentili. Moltissimi aspetti mi hanno colpito, ma provo a sintetizzare.

1) Mettersi in fila per salire su un treno o un bus è ormai un’eccezione nel nostro Paese, in Norvegia è la regola! Le sale d’attesa nelle stazioni ferroviarie non sono fatte per sdraiarsi e dormirci, ma per attendere il treno.
Se non si dispone di un biglietto, sul treno come sul bus è impossibile salire.
2) Grandissima soddisfazione di essere riuscito a visitare l’UNIS (Università delle Svalbard), l’Università più a nord del mondo.
Si perché, dopo aver inviato un paio di email al centro di ricerca, mi hanno fissato anche un incontro per un giro-illustrativo all’interno della struttura. In Italia avrebbero fatto altrettanto ?
3) Ciò che mi ha veramente impressionato, è l’opera ingegneristica della costruzione dei ponti che collegano un’estremità all’altra di un isola.
Strutture architettoniche che disegnano linee e forme curvilinee imponenti, ma sempre in completa armonia con il paesaggio che le circonda, qui città e natura si sposano alla perfezione.

8. Cosa trasmette la Norvegia secondo te?

Sicuramente mi ha trasmesso un grande senso di libertà.
Paesaggi sconfinati e unici nel loro genere come i fiordi, lasciano letteralmente senza fiato, per bellezza, ma soprattutto per la vastità che esibiscono.
E nello stesso tempo ho potuto apprezzare una nazione con un fortissimo senso civico ed un notevole rispetto per l’ambiente.
Ok, possiamo trovare tutte le eccezioni del caso, piattaforme petrolifere etc, ma resta comunque un grande senso di appartenenza e una volontà concreta e palpabile
di non abusare di un paesaggio complesso e variegato, ma di rispettarlo e di valorizzarlo.
Ma una nota a parte meritano le Svalbard.
Non esistono altri posti al mondo paragonabili alle Svalbard, un ambiente magico, surreale, disincantato.
Magico come la luce che avvolge queste terre 24h ore al giorno per quasi 4 mesi l’anno, e surreale come la notte polare che per altrettanti 4 mesi incombe su questo angolo di pianeta.
Le Svalbard sono e rimangono il grande capolavoro della natura, un luogo incontaminato dove vivono più orsi polari che persone, dove, seppur in un ambiente duro ed ostile, e nonostante che il 60% dell’arcipelago sia ricoperto da ghiaccio, qui vivono renne, volpi artiche, trichechi, foche e dove ogni primavera, milioni di uccelli marini arrivano a nidificare.
Se visitare le Svalbard, significa, da una parte toccare con mano gli elementi primordiali, basici, respirare ed assaporare la grandezza e la magnificenza della natura,
dall’altra, ci aiuta a sentire e percepire sempre di più la nostra piccolezza, la nostra vulnerabilità.
La potente armonia tra uomo e natura che ho percepito alle Svalbard mi ha regalato un finale di viaggio ancora più ricco, intenso, direi unico.

Psicologa e Viaggiatrice. Giro il Mondo e studio la personalità dei viaggiatori! Ho visitato più di 75 paesi molti dei quali da sola. Per me il viaggio è uno strumento di crescita personale. Ho creato questo sito per tutti quelli che amano viaggiare da soli o che vorrebbero iniziare a farlo. Ho pubblicato: Il Bello di Viaggiare da Soli: guida al travel coaching per ottenere il massimo da noi stessi edito Feltrinelli.

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