Viaggiare da soli in Argentina

Francesca Di Pietro Pubblicato il

Viaggiare da soli in Argentina è molto più facile di quanto si possa immaginare, forse la cosa più difficile è raggiungere le località di questo meraviglioso paese.

Sono stata quattro volte in Argentina – quando mi innamoro di un posto è dura- , e credo di poter dire che esistono 3 paesi in uno: Buenos Aires, la Patagonia e il Nord. Sono tre tipi diversi di vivere il viaggio; paesaggi diversi, temperature diverse, maniere di pensare diverse, direi, estremizzando un po’, tre caratteristiche somatiche differenti; una cosa di sicuro li accomuna: l’Asado!!!!

viaggiare da soli in Argentina

La domanda a monte di tutte è: avete mai visto sulla cartina quanto è grande l’Argentina?

Si tutti lo sanno che è grande, ma l’hai mai comparata con l’estensione dell’Italia? Saranno almeno 4 Italie, parlando di numeri diciamo che il paese occupa 2,8 milioni di kmq e ci vivono solo 40 milioni di abitanti di cui 13 milioni vivono nell’aria metropolitana di Buenos Aire! Cosa vuol dire? Che le distanze sono enormi, i paesaggi sconfinati e il concetto di tempo, spazio ad personam e spazio condiviso non sono proprio gli stessi dell’Europa!

Cose da sapere prima di intraprendere un viaggio in Argentina:

  • la natura di travolge sempre.

Credo di avere un carattere al quanto cinico, come dicono sempre i miei amici, “avrai tanti pregi, ma di sicuro non sei dolce”  quindi posso asserire senza influenze romantiche, che la natura Argentina è stata la cosa più emozionante della mia vita. Forse il fatto che l’uomo sia una presenza pressappoco che inesistente ha fatto si che la natura sia la voce più ascoltata, sia prepotente e decida lei il tuo destino, come viaggiatore e come persona.

I viaggi in solitaria hanno sempre una meta lettura, un significato che va oltre il visitare un paese e fare nuove amicizie, credo che l’Argentina sia la meta giusta per i momenti di passaggio della vita. Quei momenti in cui senti che c’è qualcosa che non va, non sai bene cosa, ma cerchi una forza per reagire e andare oltre, vi è mai capitato?

Cascate di Iguazu
Cascate di Iguazu

Beh a me si, proprio prima di intraprendere il mio primo viaggio in Argentina, poi la natura ha reso tutto più chiaro, mi ha mostrato la via o meglio mi ha fatto sentire come volevo sentirmi. Il viaggio icona della mia vita è sempre stato la Patagonia, ho letto mille libri sui grandi viaggiatori del Sud e poi ci sono andata da sola, mi vergogno un po’ a dirlo, ma il giorno prima di andare il Perito Moreno ero nervosamente eccitata e poi quando è arrivato il momento clou: il bus faceva mille curve, in filodiffusione cera la IX di Beethoven e ad un certo punto, quanto meno me lo aspettavo, è apparso, non so come sia possibile ma mi si è bloccato lo stomaco e una lacrima mi è scivolata sulla guancia, non pensavo che 60 metri di ghiaccio mi facessero quest’effetto. E quello è stato solo uno dei tanti, gli iceberg, il vento gelido con il sole fortissimo, la fin del mundo, la parete d’acqua delle Cascate di Iguazù, i doppi arcobaleni con gli uccelli tropicali, mi hanno talmente riempito il corpo di amore e felicità che non ho potuto non vedere la mia vita sotto un’altro punto di vista. Ero felice nelle viscere, spesso riduciamo la nostra felicità al fatto che qualcuno ci renda felice, il che può anche essere bello, ma deve essere (secondo me) solo una delle alternative, quando ci si sente felici perchè si ha avuto il dono di vedere cose belle, di godere ed appezzare qualcosa di speciale per noi, (che ovviamente non necessariamente è a 20000 miglia da casa), è un qualcosa che nessuno potrà mai toglierci, è un’emozione tutta nostra che ci darà sempre molta forza.

Un elemento più pratico della natura argentina è che non dobbiamo mai pensare che possa essere più o meno governabile come accade in Europa; mi contattano diverse persone dicendomi che vogliono andare in Patagonia ad agosto e che magari risolvono il freddo coprendosi un po’ di più. Ad Oslo puoi coprirti un po’ di più e vedere la città, a El Calafate no!! La natura è veramente selvaggia, se ci sono le condizioni atmosferiche avverse chiudono strade e aeroporti anche per settimane, in inverno ci vivono talmente poche persone che sono dovuti diventare autosufficienti, quindi consiglio a tutti di non sfidare la natura (come sempre nella vita) e di chiedere informazioni agli autoctoni che di sicuro hanno più informazioni delle guide turistiche.

Strade della Patagonia
Strade della Patagonia
  • Controlla bene le distanze

Buenos Aires-Mendoza ti sembra vicino sulla cartina? Ok prima di decidere quando partire verifica le ore di bus, sono 9!!! Se chiedi ad un argentino come si muove lui ti dirà sempre in bus, ti diranno, “è vicino è solo a 5 ore di bus” ; quando noi per 170km prendiamo un alta velocità altrimenti ci sembra un tempo interminabile. I pullman sono di altissima qualità, quasi tutti, direi più comodi dei nostri treni, ma preparati a spenderci davvero taaaaanto tempo. 20-22-24 ore di bus se scegli di attraversare il pese via terra saranno una cosa davvero normale.

Basta partire attrezzati, acqua snacks, musica, libri, meglio ancora kindle, se usi un tablet qualche film e poi attaccare bottone, non sai quante cose puoi imparare dal tuo vicino di sediolino in bus!

Hai deciso di arrivare in Patagonia on the road? Questo vuol dire che attraverserai la Ruta 40!!! Si dice che la ruta 40 sia un’avventura in sé, purtroppo è una strada decisamente sterrata, c’è pochissimo traffico e quando per caso si rompe un autobus, cosa non proprio rarissima, bisogna aspettare che parta dalla città più vicina il soccorso, ossia magari aspettare 24 sul ciglio della strada, quindi vi consiglio di portare molta acqua con voi e viveri; sembra estremo come consiglio ma non lo è! Ad ogni modo direi che prima di partire per l’Argentina è importante decidere che cosa si vuole visitare e quanto tempo si ha a disposizione perché in molti casi è più conveniente prevedere di prendere degli aerei, anche dal punto di vista economico, perché i lunghi trasporti si aggirano intorno a 100$ a corsa.

Buenos Aires dal cockpit
Buenos Aires dal cockpit

Il tema delle distanze è cruciali anche all’interno di Buenos Aires, è una città enorme, a perdita d’occhio, considerate che la Avenida 9 de Julio è la strada più larga del mondo, ha 16 carreggiate, attraversarla è un’impresa. Quindi ogni volta prendete degli appuntamenti verificate il tempo necessario per raggiungere un posto, vi sorprenderà comprendere quanto siano distanti due quartieri confinanti.

 

  • Se siete vegetariani avete un problema!

Argentina vuol dire asado, si sa. È l’unico paese andino a non avere una cucina andina, la vacca alla griglia è molto più sabrosa. Il primo giorno sarete felicissimi, potrete degustare il bife di lomo più succulento della vostra vita, il secondo giorno mangerete il lomo de chorizo (che è quello che preferisco io) il terzo entraña il quarto magari un agnello allo spiedo e dopo 10 giorni vorrete morire!! A noi italiani sembra strano, ma una delle cose più tipiche in Argentina sono la pasta e la pizza, considerando che praticamente tutti sono di origine italiana. C’è un enorme tradizione di piatti italiani leggermente modificati, ad iniziare dalle empanadas che anche se si fanno in tutto il Latino America quelle argentine assomigliano di più ai nostri panzarotti, fino a finire ai sorrentinos, delle specie di gnocchi a forma di raviolo ripieni di prosciutto cotto e formaggio, lo ammetto a me piacciono e poi ci sono tantissime pizze rustiche. Quindi anche se io sono sempre e ad oltranza contraria ad andare ad un ristoranate italiano all’estero, in Argentina si può fare, perchè fa parte della loro cultura.

  • Se dite di essere italiani troverete dei parenti.

Di solito quando all’estero dici di essere italiana ti dicono “ah Roma, il Papa, Francesco Totti” o se siete meno fortunati il sillogismo sarà “Italia , Berlusconi, Ruby, monnezza” , ma quando in Argentina dici di essere italiano di dicono “anche io! il mio trisnonno era di Canicattì” poi iniziano ad raccontarti tutta la loro vita e se siete in un ambiente che lo permette finirete a bere insieme. Non sto esagerando del tutto, una volta ero al post polo a Buenos Aires e trovo un gruppo di ragazzi che sembravano davvero italiani, mi stavo avvicinando per chiedere di dove fossero e poi scopro che erano porteños, (erano 2 coppie quindi nessun approccio “seduttivo”) ma appena hanno saputo che ero italiana mi hanno invitato al tavolo con loro e mi hanno offerto da bere tutta la sera.

La casa rosada
La casa rosada

Qualche tips per fare amicizia:

  • se siete in Patagonia scegliete l’ostello giusto ce ne sono certi come il Free Style Hostel o l’Antartica di Ushuaia, ha una zona in comune fantastica con enormi cuscini di pelle, biliardo, bar e una vista meravigliosa sulla baia.
  • Se siete in zona nord tra Salar de Jujuy o Iguazù, entrate in contatto con i vostri compagni di escursione, lo so che è una cosa che si fa sempr,e ma come vi dicevo in questi luoghi la forza della natura ha effetti strani sull’emotività delle persone. Quando ero ad Iguazù, mentre passeggiavo ho riconosciuto un ragazzo che era venuto con me in aereo, ci siamo sorrisi abbiamo iniziato a chiacchierare, e siamo stati 9 ore a guardare le cascate insieme, è stato uno degli eventi più mistici della mia vita; lui era mussulmano praticante e io come avrete dedotto dalle letture precedenti, cattolica, abbiamo parlato quasi sempre di religione, la nostra energia era talmente prorompente che abbiamo fatto amicizia per caso con altri due ragazzi e siamo finiti alle 9 difronte ad un asado, ovviamente.
  • se siete a Buenos Aires, su meet up organizzano cene ogni mercoledì, una community davvero simpatica, ho conosciuto tante persone che poi sono diventati miei amici nella vita. In qualsiasi bar di Palermo trovi gente felicissima di mostrarti la movida porteña, dopo tutto adorano mostrare ad un italiano quanto la loro città sia europea e nella loro testa simile all’Italia. Inoltre se metti un post su couchsurfing per uscire con qcn, tempo 2 ore e sicuramente avrai una risposta.

Gli argentini hanno geni europei, anzi direi mediterranei, e si nota, nel senso che quando li frequenti ti senti a tuo agio, più che con le altre nazionalità, è come se ci fosse un legame sottile, come se capissimo gli uni i gesti degli altri; nel bene e nel male sono italiani come noi.

Quello che ti libera in viaggio è la certezza dell’assenza di futuro, il vivere giorno per giorno ti dà la serenità di scegliere ogni volta quello che davvero vogliamo, senza preoccuparci delle conseguenze, perché la conseguenza di tutto sarà un bus in direzione opposta.

Psicologa e Viaggiatrice. Giro il Mondo e studio la personalità dei viaggiatori! Ho visitato più di 75 paesi molti dei quali da sola. Per me il viaggio è uno strumento di crescita personale. Ho creato questo sito per tutti quelli che amano viaggiare da soli o che vorrebbero iniziare a farlo. Ho pubblicato: Il Bello di Viaggiare da Soli: guida al travel coaching per ottenere il massimo da noi stessi edito Feltrinelli.

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