Perchè gli Italiani non viaggiano da soli?

Francesca Di Pietro Pubblicato il



Recentemente sono stata invitata in diretta su Radio Capital durante la trasmissione di Doris Zaccone: Capital in the World.

Mi è stata posta la domanda che in un certo senso ha motivato la mia scelta di aprire questo blog:

Perchè gli italiani non viaggiano da soli?

In tutti i viaggi che ho fatto nella mia vita ero quasi sempre la sola italiana e tutti i miei compagni mi dicevano che ero l’unica italiana che avessero incontrato, così ho iniziato a chiedere e a chiedermi del perchè il nostro popolo, padre di Colombo, di Marco Polo, di Vespucci non fosse più  un popolo di viaggiatori, ma solo di turisti.EA8257-005

  • La comodità:

ammettiamolo siamo un popolo di comodoni, siamo viziati dal nostro bel paese e anche vittime delle nostre abitudini. E’ indubbio che viaggiando da soli, si viaggia fondamentalemtnte backpacker, sia per risparmiare sia per entrare più incontatto con le persone, e non siamo tutti disposti a farlo.

L’idea di condividere una stanza di ostello, di dormire a casa di sconosciuti, dormire in tenda e orroooreee: avere un bagno condiviso, spaventa molti italiani. Da noi, queste scelte in viaggio sono associate ad spesso all’essere frikkettone o ad una scarsa disponibilità economica, non al piacere di farlo, mentre all’estero la storia è totalemtne un altra. Non so se vi siete mai soffermati nell’osservare quanti francesi ci sono in viaggio e sono sempre backpackers, a prescindere dall’età o dal conto in banca, loro adorano il campeggio, il trekking e… i vestiti di Quechua !! Credo sia ache un fatto di usanze cultrali, da noi le famiglie d’estate affittano una casa al mare nel resto d’europa vanno in campeggio, questo senza ombra di dubbio ti predispone alla vita un po’ più spartana.

  • Scarsa conoscenza delle lingue:

purtroppo è brutto dirlo, ma non siamo famosi per essere poliglotti, non che gli spagnoli lo siano, ma loro hanno anche la lingua più parlata al mondo; noi invece, ci capiscono solo in un quadratino di Svizzera. Questo ha un po’ creato una barriera verso gli altri paesi, la maggior parte della gente si sente più sicura nell’andare in una struttura dove si parli anche italiano o essere guidati da una prosna che li capisca.

  • Paura dell’ignoto:

se così possiamo dire, ho incontrato tante persone che focalizzavano la loro attenzione su paure ed aspetti negativi del viaggiare da soli, frenando gli entusiasmi e bloccando l’immaginazione. Questo non significa che non ci sono pericoli o che non ci devono essere paure, perchè ci sono in ogni azione della propria vita, ma che bisogna trovare la strategia per mettersi in sicurezza e per razionalizzare le proprie paure, se non ci riusicte da soli? ci sono io e il travel coaching!

  • Abbiamo tanti pregiudizi sui paesi:

siamo un popolo figlio delle tradizioni orali e quindi crediamo a quello che ci viene detto, senza verificarlo. Ogni paese è legato ad un pregiudizio o se devo sfoderae il mio lato di psicologa turistica ad un “archetipo” e spesso noi ne siamo prigionieri. I pregiudizi sono ovviamente legati a verità, il problema è che le verità in questo caso vengono generalizzate. L’india è troppo sporca e ti prendi le malattie, in Colombia ti sparano, in Islanda muori di freddo…. non dico che non siano in parte vere, ma non sono concetti assoluti. Quando si sceglie di intraprendere un viaggio, in modo particolare da soli si dovrebbe avere un’atteggiamento in linea con il paese che stiamo visitando, non si è sospettosi allo stesso modo in Brasile o in Scandinavia, non si fa attenzione all’igiene in egual maniera in Marocco ed in Francia, ma si hanno sempre gli occhi ben aperti e soprattuto ci si informa da fonti attendibili.123648013

  • Immaginario triste legato al viaggiatore solitario:

ammettiamolo quando si parla di viaggiatori solitari, l’idea che si ha in Italia è di una persona talmente sola che non ha amici e che decide di viaggiare da solo, cenare in un ristorante triste da solo e finisce le sue serate davanti alla tv in un hotel a 2 stelle anni ’70! Beh questo genere di persona non andrebbe in viaggio da solo, perchè non ce la farebbe, perchè la realtà è esattamente l’opposto, ma quella credo di condividerla già in tutti i post di questo sito.

Già so che questo post creerà tanta polemica, ma questo che ho scritto non è solo il frutto di un mio pensiero personale, è frutto di interviste e di ricerche di studi antropologici e parla della massa non dei singoli.

Anzi quello che ho rilevato non solo io, e che ho espresso anche nella mia intervista alla radio è che gli Italiani che viaggiano da soli sono davvero speciali, sono delle persone molto sensibili, più di altre nazionalità, con un occhio al sociale particolare, sono buoni di cuore e soprattto viaggiano con lo spirito dei viaggiatori, ossia cercano la scoperta.

Scoprire un paese vuol dire voler viviere tutto sulla propria pelle, non fermarsi ai racconti o ai libri, ma sperimentare, parlare con la gente, vivere con loro, lasciarsi trasicnare dagli usi e costumi di chi ci ospita e condividere. Noi cerchiamo di portare sempre un po’ del nostro paese e della nostra cultura agli stranieri e questo ci rende molto amati nel mondo. In viaggio e attraverso questo sito ho intervistato o passato notti a chiacchierare con persone meravigliose, che hanno viaggiato nel monodo e dentro loro stessi, che sono tornati o tornaranno diversi da come sono partiti perchè si sono arricchiti delle esperienze degli altri, perchè sono veri viaggiatori. Questo siamo noi, una volta che lasciamo davvero i pregiusizi e le paure a casa, siamo Marco Polo.

Psicologa e Viaggiatrice. Giro il Mondo e studio la personalità dei viaggiatori! Ho visitato più di 75 paesi molti dei quali da sola. Per me il viaggio è uno strumento di crescita personale. Ho creato questo sito per tutti quelli che amano viaggiare da soli o che vorrebbero iniziare a farlo. Ho pubblicato: Il Bello di Viaggiare da Soli: guida al travel coaching per ottenere il massimo da noi stessi edito Feltrinelli.

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