Cristina Zenato una vita dedicata agli squali

Francesca Di Pietro Pubblicato il

Cristina Zenato

Italia; cresciuta in Africa vive alle Bahamas dal 1994, dove è arrivata attraverso gli anni a costruire una complessa vita professionale intorno agli squali al lavoro nelle grotte subacquee e lavoro di cooperazione con organizzazioni locali ed internazionali. È riconosciuta internazionalmente per la sua passione ed per il lavoro con gli squali. Ha stabilito un diario di comportamenti degli animali, insegna la vera natura degli squali. Cristina ha completato diversi progetti di esplorazione delle grotte ed ottenuto risultati ritenuti impossibili. Tra questi, è la prima persona al mondo ad avere collegato una grotta terrestre con una grotta marina. Attiva nel mondo educativo come PADI Course Director, è una sostenitrice del Our World Underwater Scholarship Society e la creatrice di un programma locale educativo per giovani Bahamensi. Membro del Women Diver Hall of Fame, Explorers Club, Ocean Artists Society e recipiente del Platinum Pro 5000. Per info www.cristinazenato.com

1. Come è nata la passione per gli squali?

È nata da bambina, un misto di desiderio di volere squali per amici, la passione del mare portata dai genitori, la possibilità di essere sempre in acqua grazie ai genitori ed un’educazione della mia famiglia in generale che viene dal mare sul fatto che ogni animale nel mare è un animale necessario, che è stato inserito per un certo scopo e lavoro e che nulla è mostruoso. La passione per gli squali è poi diventata realtà 22 anni fa quando, durante un viaggio alle Bahamas, ho avuto la prima opportunità d’immergermi con loro e deciso di cambiare tutto. Tornata in Italia per un breve periodo dopo le mie ferie ho lasciato tutto e mi sono trasferita alle Bahamas, dove ho cominciato a lavorare come istruttore subacqueo. Il resto è una storia di continua passione, giorno dopo giorno ad immergermi, fare corsi per imparare nuove discipline, viaggiare per incontrare altre persone che lavoravano con gli squali, allargare la mia conoscenza con studi, assistendo scienziati, raccogliendo dati con i mie squali.
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2. La maggior parte delle persone ha paura degli squali di tutti i tipi senza conoscerne le differenze, secondo lei a cosa si deve questa “ignoranza”?

Non saprei, ci possono essere diversi motivi. Da leggende a storie di avventure e bravura, l’incapacità di andare a vedere per se stessi. Secondo me è il fatto che non siamo ancora riusciti a conquistare i mari e mai ci riusciremo. Mentre siamo in grado di creare ambienti e posti dove vivere anche nelle zone più ostili, non siamo in grado di usare il mondo dell’oceano a nostro vantaggio. Gli eschimesi usano il ghiaccio per creare abitazioni che li proteggano dal freddo, ma in acqua? In acqua non possiamo vedere, non possiamo nuotare ne galleggiare per lunghi periodi e sicuramente non possiamo mantenere una temperatura del corpo, non possiamo respirare, non possiamo utilizzare nulla del mondo sottomarino a nostro vantaggio. Se siamo in mare non possiamo usare le rocce sommerse per creare un riparo, in acqua siamo deboli, inutili e finitamente umani. E purtroppo siamo creature arroganti che vogliono poter conquistare tutto e tutti…ma non il mare, il mare non si lascia conquistare. Gli squali sono allora i nostri antagonisti, sono la rappresentazione viva delle nostre paure, delle nostre rabbie, delle nostre insufficienze, sono la perfezione della sopravvivenza marina, i mostri che escono dagli armadi di notte per distruggerci, sono il nostro capo espiatorio della nostra rabbia per non poter essere in grado di conquistare i mari. Gli squali sono la perfezione, sono i dominatori del mare ed è una posizione che a noi esseri umani non piace.
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3. Perché è importante la conservazione degli squali per il benessere del nostro oceano?

Per rispondere a questa domanda, cominciamo con allargare la definizione di squali. Dire squali è come dire uccelli, includere una domanda sugli squali senza specificazione, è come includere una domanda sugli uccelli…
È come se dicessimo: “visto che tutti gli uccelli volano” “visto che tutti gli uccelli fanno il nido sugli alberi” “visto che tutti gli uccelli migrano” ecc ecc, ogni volta che chiediamo qualcosa specifico sugli squali è difficile poter rispondere per tutte le specie esistenti.
Di squali ce ne sono 502 specie riconosciute, la più piccola grande quanto il palmo di una mano di una persona media adulta, (metto i nomi in Inglese e Latino) Dwarf Lantern Shark (Etmopterus perryl), la più grande, anche il più grande pesce di tutti i mari, lo squalo balena (Rhincodon typus), che raggiunge fino ai 15-18m di lunghezza e che si ciba di plankton. Entro queste due misure tutto il mondo degli squali, come il Greenland Shark (Somniosus microcephalus), o il SevenGill (Notorynchus cepedianus) il Goblin (Mitsukurina owstoni) o Woobegong (12 specie di Orectolobidae) o quelli visti raramente come il Megamouth (Megachasma pelagios).
Ogni squalo come ogni abitante del mare ha un ruolo, tanti hanno il ruolo di quello che chiamo “pulitori”. Il lavoro è quello di eliminare ciò che non solo non è più utile ma anche potenzialmente dannoso per l’ambiente. Quindi gli squali puliscono ciò che è morto, putrido, ferito, ciò che è debole e quindi non in grado di sopravvivere a lungo per potersi riprodurre o ammalato. Dal più piccolo dei crostacei al più grande dei mammiferi marini, gli squali, ognuno nel proprio ambiente hanno un ruolo importante negli ecosistemi, un ruolo complesso difficile da comprendere nella sua enormità fino a quando non verranno a mancare ed il resto della catena di scioglierà con conseguenze che stiamo percependo limitatamente.
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4. Cosa ne pensa lei della pratica turistica dello shark cage?

Le immersioni in gabbia che ho fatto io e di cui posso parlare sono solo quelle svolte in luoghi dove gli squali vanno a nutrirsi naturalmente, ossia non viene dato loro del cibo. Sicuramente consiglio di immergersi in gabbia, perché gli squali bianchi gli animali sono molto grossi e se si sbaglia, dato che sono lì per mangiare, potrebbe essere pericoloso.

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5. Come ci si approccia agli squali per arrivare ad ipnotizzarli?

Una domanda semplice per una risposta complessa. Intanto bisogna vedere se parliamo di ciò che faccio io con i miei squali o se parliamo di causare immobilità tonica, una risposta naturale di tanti squali ad uno stimolo di paura o di pericolo. Le due cose sono molto diverse, i mie squali non vanno in immobilità tonica, ma in uno stato rilassato, vengono spontaneamente verso di me e si fanno accarezzare e quando smettono di nuotare si adagiano sulla sabbia. A questo punto è utile sfatare un’altro mito sugli squali. Mentre ci sono alcune specie che possono ventilare (respirare) solo attraverso il nuoto continuo, la maggior parte degli squali possiede un sistema chiamato “pompaggio buccale” dove attraverso il movimento della mandibola possono inviare acqua attraverso le branchie e continuare a ventilare adagiati sul fondo del mare. I Caraibici di barriera, quelli con cui lavoro io (Carcharhinus perezii) sono in grado di rimanere immobili grazie al buccal pumping.
Quindi se parliamo del mio rapporto con i miei c’è bisogno di un po’ di tempo, di conoscenza, di essere in grado di rilassarsi ed una combinazione della persona giusta, con lo squalo giusto…Insegno a coloro che vogliono provare a non forzare lo squalo, a lasciar decidere, insegno semplicemente a creare una relazione prima, ad essere contenti di essere nel mezzo a loro e di usufruire di questo immenso privilegio.
Per quanto riguarda l’immobilità tonica, posso solo raccomandare prudenza, conoscenza e forse evitare di andare in giro per i mari a cercare di girare la coda agli squali e metterli a pancia all’aria…
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6. Lei ha mai avuto paura di trovarsi a contatto di squali di razze più aggressive come bianco o toro? Come lo ha gestito?

Le dico dove ho avuto veramente paura: ho avuto più paura tra la folla urlante di esseri umani durante una visita a New Orleans, ho avuto paura quando un’uomo una mattina mentre andavo per una passeggiata per sciogliere i muscoli mi ha attaccato (senza successo) e cercato di spingermi dentro i cespugli, ho avuto paura quando entrata in casa mi sono trovata davanti ad una persona che aveva scavalcato il muro al secondo piano ed era entrato dalla finestra. In quelle situazioni ho avuto paura, ho avuto paura perchè gli essere umani sono aggressivi, fanno del male non per bisogno di alimentarsi, provano emozioni di rabbia, violenza e desiderio di possessione e di potere. Loro mi fanno paura, non gli squali. Gli squali hanno un ruolo, un lavoro e come tanti animali anche terrestri condividono il loro mondo con le loro prede e visto che noi esseri umani in genere non siamo prede, condividono il mondo con noi. Una cosa sugli squali che la gente deve capire sono uno degli animali più tolleranti che abbia mai incontrato. Mentre fare immersioni con gli squali è una pratica molto comune, altrettanto non si può dire dell’andare a passeggiare per la savana…
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7. Cosa direbbe ai sub che vogliono immergersi con gli squali?

Che facciano le dovute ricerche sul tipo di squali, le stagioni, gli operatori che vogliono scegliere; che capiscano le regole, che ascoltino le direttive dei professionisti, che capiscano che le regole per una specie non possono applicarsi alle regole per un’altra specie, che siano a livello adeguato con le loro capacità sub in paragone da ciò che è richiesto per le immersioni con i diversi tipi di squali, che non cerchino di usare nuovo equipaggiamento, mute, camere fotografiche ecc per la prima volta mentre entrano in un ambiente nuovo, ma che siano preparati ed a loro agio con il tutto. Che entrino nel loro mondo con il desiderio di conoscere, abbattere barriere e ritornare come nuovi ambasciatori per la protezione degli squali grazie anche ad un comportamento di rispetto e di conoscenza e non un attitudine di “avere sconfitto la morte”.
Bahamas Underwater Photo Week, an event for Alert Diver Magazine and Bahamas Dive Association
Bahamas Underwater Photo Week, an event for Alert Diver Magazine and Bahamas Dive Association

8. Lei ha inventato una specialità che permette di imparare ad interagire con gli squali, in cosa consiste?

È una specialità disegnata per lavorare con i miei squali. Ho diversi livelli, ci sono le descrizioni complete sul mio sito a www.cristinazenato.com. Il concetto è di aprire i subacquei al mondo dei miei squali, ma anche, onestamente, a se stessi. Ad abbattere non solo barriere di paura, ma anche barriere personali. L’espressione che uso è “Shark yourself”, “Squalati”, immergiti nel mezzo degli squali, goditi il privilegio di essere in mezzo a loro, osserva, impara, connetti. Sono tre giorni che partono da un po’ di lezione di biologia, tanto comportamento degli squali, parlo anche di protezione, di ciò che li rende vulnerabili e spiego del fatto che siamo noi che dobbiamo imparare sugli squali e non gli squali su di noi visto che non sono in classe con noi. Poi sono tre giorni d’immersioni, prima di osservazione di ciò che faccio io e poi di pratica personale. È un corso con uno studente solo alla volta, completamente personale, disegnato sulle basi generali, ma che cambia con ogni persona a seconda delle loro risposte all’ambiente. È un’esperienza che cambia la vita, che cambia il modo di porsi con altri, non solo gli squali, e che cambia il modo di vedere anche se stessi.
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9. Come mai bisogna indossare la maglia di metallo? C’è effettivamente il pericolo di essere attaccati??

La maglia di ferro la indosso solo quando do da mangiare agli squali, per evitare morsi accidentali visto che porto il pesce con me in un contenitore. Semplicemente a guardare le immagini o meglio i video, si può vedere che gli squali non ATTACCANO, anzi nuotano pacificamente intorno a me; Inoltre si può vedere che la gente che osserva è a due metri da me e che non hanno maglia di ferro. La maglia di ferro la porto per rispetto della mia conoscenza ma anche per rispetto degli animali in quella situazione. È la mia barriera che mi permette di abbattere le barriere tra me e gli squali e permettergli di venirmi in grembo, permettermi di accarezzarli. Per me la maglia di ferro è come il casco per andare in moto o l’imbracatura per andare a scalare. Non sempre si casca, ma se si casca si vuole essere preparati. Lo stesso quando dò da mangiare, non vengo morsa, vado mesi senza nessun morso, ma sono un essere umano e se sbaglio e lo squalo per sbaglio morde un dito o la mano è la protezione dovuta. Quando nuoto con loro senza cibo non porto mai la maglia di ferro.

Shark Dancer from Cristina Zenato on Vimeo.

 

 

Psicologa e Viaggiatrice. Giro il Mondo e studio la personalità dei viaggiatori! Ho visitato più di 75 paesi molti dei quali da sola. Per me il viaggio è uno strumento di crescita personale. Ho creato questo sito per tutti quelli che amano viaggiare da soli o che vorrebbero iniziare a farlo. Ho pubblicato: Il Bello di Viaggiare da Soli: guida al travel coaching per ottenere il massimo da noi stessi edito Feltrinelli.

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