Cosa vedere a Valencia 4-3 o 2 giorni: guida ed itinerari per scoprire la città

44 minuti Tempo di lettura

Conosco piuttosto bene Valencia, ci sono andata almeno 5 volte e negli ultimi anni torno più spesso perché ci vive uno dei miei migliori amici, quindi diciamo che non sempre faccio cose “turistiche”, ma più quello che farei se ci vivessi. Anche se nel tempo ho visto la maggior parte delle attrazioni, posso dire che ho visto la città cambiare moltissimo. La prima volta che ci sono venuta ero in Erasmus nel 2001 e non c’era neanche la zona fatta da Calatrava, ricordo che venni verso il porto con le mie coinquiline pensando di trovare dei ristorantini di mare, ed invece trovai… altro poco raccomandabile, diciamo. Tra le città che conosco della Spagna , è forse quella che ha avuto la trasformazione positiva più radicale, quindi te la consiglio anche se solo per un weekend o poco più.

Dopo che avrai letto il mio articolo, se hai ancora bisogno di farmi qualche domanda non esitare a contattarmi su Instagram, generalmente rispondo abbastanza presto.

Come raggiungere Valencia dall’aeroporto

L’Aeroporto di Valencia-Manises si trova a circa 8 km dal centro città, ed è sorprendentemente ben collegato. Avete diverse opzioni, e la scelta dipende soprattutto dal vostro budget e dalla voglia di comodità.

Metro: è l’opzione più economica e quella che consiglio se non avete valigie enormi. Le linee 3 e 5 collegano l’aeroporto al centro in circa 40-50 minuti. La fermata dell’aeroporto si chiama proprio “Aeroport” e da lì potete raggiungere praticamente ogni zona della città con eventuali cambi. Il biglietto costa 3,90€ (tariffa zona A+B) e potete acquistarlo alle macchinette automatiche in aeroporto (accettano carte e contanti). La metro funziona dalle 5:30 circa fino a mezzanotte, poi vi tocca il taxi.

Autobus metropolitano: la linea 150 collega l’aeroporto con il centro città (fermata finale Avenida del Cid, vicino alla stazione dei treni). Costa solo 1,50€ ma è più lento (circa un’ora) e passa ogni 25 minuti circa. Opzione validissima se siete backpacker con tempo da perdere.

Taxi: lo trovi appena fuori dall’area arrivi, con fila organizzata. Il viaggio dura 15-20 minuti a seconda del traffico e del vostro hotel. Tariffa fissa di circa 25-30€ verso il centro. Se siete in due o più persone e avete bagagli, spesso conviene rispetto alla metro. I taxi valenciani sono bianchi, con una striscia diagonale, e sono affidabili.

Transfer privato o Uber/Cabify: se preferite la comodità di essere prelevati con un cartello con il vostro nome, i transfer privati costano 30-40€. Uber e Cabify funzionano a Valencia, ma con prezzi simili ai taxi tradizionali.

Come muoversi a Valencia

Valencia è una di quelle città dove l’auto è solo un peso. Il centro è raccolto, le distanze sono gestibilissime, e ci sono alternative molto più smart (e rilassanti).

A piedi: il centro storico si gira tranquillamente a piedi. Dalla Cattedrale al Mercado Central sono 5 minuti, dal Barrio del Carmen alla Lonja altri 10. Se avete scarpe comode, potete fare chilometri senza accorgervene.

In bicicletta: Valencia è PERFETTA per le due ruote. È tutta pianeggiante, ci sono piste ciclabili ovunque (soprattutto lungo il Jardín del Turia), e i valenciani vanno in bici come noi in Italia andiamo al bar.

Il sistema di bike-sharing pubblico Valenbisi costa pochissimo: abbonamento settimanale 13,30€ (i primi 30 minuti di ogni corsa sono gratis, poi si paga a scalini). Trovate le stazioni in tutta la città, prelevate la bici con l’app o alla stazione stessa, e la riconsegnate dove volete. Unico piccolo difetto: serve una carta di credito per la registrazione e un deposito cauzionale.

In alternativa, ci sono tantissimi noleggi di bici tradizionali: aspettatevi 10-15€ al giorno per una city bike normale, 15-20€ per una elettrica. Io ho usato Valencia Bikes vicino alla stazione del Nord e mi sono trovata benissimo.

Metro e autobus: la rete di trasporti pubblici è efficiente e copre tutta la città. La metro ha 9 linee ed è utile soprattutto per raggiungere la spiaggia (linee 5 e 7 per la Malvarrosa) o la Città delle Arti e delle Scienze (linee 3, 5, 7, 9). Un biglietto singolo costa 1,50€ per la zona A. Conviene fare la Tarjeta Móvilis ricaricabile (costa 2€ più la ricarica), che riduce i costi se fate più viaggi.

Gli autobus coprono capillarmente tutta Valencia, ma se girate principalmente nel centro e usate la bici, probabilmente non vi serviranno.

Taxi e VTC: economici e disponibili. Corsa media nel centro 6-10€. Li trovate alle stazioni taxi o li chiamate con l’app “Taxi Valencia”. Uber e Cabify ci sono, prezzi simili ai taxi.

Monopattini elettrici: siete invasi da Lime, Tier, Dott e compagnia bella. Comodi per tratti brevi, ma occhio dove li parcheggiate (ci sono zone vietate) e indossate sempre il casco quando è obbligatorio.

Dove dormire a Valencia: le zone migliori

La scelta del quartiere può fare la differenza tra un weekend ordinario e uno straordinario. Valencia è compatta, quindi ovunque stiate non sarete lontanissimi dalle attrazioni, ma ogni zona ha la sua personalità.

Ciutat Vella (Centro Storico): è la scelta classica e perfetta se è la vostra prima volta. Qui siete a due passi da Cattedrale, Lonja, Mercado Central, Plaza de la Virgen. Camminate ovunque, tornate in hotel a lasciare le buste della spesa, uscite di nuovo per l’aperitivo. Perfetto se non conoscete la città e volete massimizzare il tempo. Zona sicura, piena di ristoranti e bar. Unica pecca: alcune strade possono essere rumorose la sera (soprattutto weekend), ovviamente ci sono più turisti che local.

  • SH Ingles Boutique Hotel: molto comodo, elegante, stanze spazione, ha una vista meravigliosa sui palazzi del centro, arredamento moderno e curato
  • Hotel RH Sorolla Centro: in una zona molto baricentrica, perfetto per chi vuole muoverisi a piedi, ha stanze ampie, molte con un balcone privato una bella zona colazione
  • ESTIMAR Valencia: questo hotel è adatto a chi vuole coccolarsi davvero, ha uno splendido centro benessere, una grande palestra, una terrazza per rilassarsi e dele zone in comune deliziose
  • Hotel San Lorenzo Boutique: curato, confortevole, in centro, ma fuori dal caos, ha anche camere con la vasca al centro

Barrio del Carmen: per chi cerca atmosfera bohémien e movida. È tecnicamente parte del centro storico, ma ha un’anima più alternativa e giovane. Palazzi storici, street art, locali indie, tapas bar autentici. Di giorno tranquillo, di sera vivacissimo. Perfetto se avete 25-35 anni e volete sentirvi parte della Valencia più hipster. Attenzione: rumoroso di notte, specialmente giovedì-sabato.

Ruzafa (o Russafa): il quartiere che negli ultimi anni è diventato IL posto dove stare. Un tempo zona operaia, oggi è il cuore creativo e multiculturale di Valencia. Pieno di bistrot, cocktail bar, negozi vintage, mercatini, street food etnico. Più locale, meno turistico, ma sempre centrale (15 minuti a piedi dalla Cattedrale). Ottimo rapporto qualità-prezzo per hotel e appartamenti. Consigliato se volete vivere a Valencia come un valenciano.

  • ABCyou Bed&Breakfast: super confortevole di grande design, ha anche camere con angolo cottura e un delizioso giardino interno
  • SH Colón Valencia: ha una bellissima terrazza, una palestra, parcheggio privato per chi fa un on-theroad, stanze ampie
  • Soho Valencia: sono vari appartamenti di diverse grandezze in un palazzetto delizioso, ogni appartamento ha una terrazza confortevole, sono molto moderni e di design

Eixample: il quartiere elegante e residenziale a nord del centro, costruito nell’800 con ampi viali alberati. Qui trovate hotel di catena, appartamenti moderni, meno caos turistico. Perfetto per famiglie o chi cerca tranquillità pur restando centrale. Ben collegato con metro e bici. Forse meno caratteristico, ma molto comodo.

  • Hografic Hotel: uno stile urban molto marcato, semplice, accogliente e con una buona colazione
  • Hospes Palau de La Mar: Ospitato in un edificio del XIX secolo e situato nel quartiere Eixample Noble di Valencia, per gli amanti del design e dei luoghi particolari, ha un centro benessere stupendo e un patio interno.
  • City Garden Bed and Breakfast: come suggerisce il nome il punto centrale è il giardino, che in questo caso si trova su una terrazza con vista

Zona Città delle Arti e delle Scienze: moderna, con hotel design e appartamenti nuovi. Ottima se il vostro focus è il complesso di Calatrava e volete stare vicini. Però è più periferica rispetto al centro storico (20 minuti a piedi o metro/bici). Buona scelta se affittate una bici e girate così.

Zona Playa (Cabanyal-Malvarrosa): per chi vuole il mare sotto casa. Quartiere marittimo autentico, ex borgo di pescatori, oggi in fase di gentrificazione. Atmosfera rilassata, ristoranti di pesce, lungomare per correre. Perfetto per una vacanza più “balneare”, meno per chi vuole immergersi nella Valencia monumentale (anche se la metro vi porta in centro in 15 minuti).

Serve l’assicurazione sanitaria per visitare Valencia?

Questa è una domanda che mi fate spesso, e la risposta è: SI!

Per cittadini italiani ed europei: tecnicamente non serve un’assicurazione sanitaria privata perché la Spagna fa parte dell’Unione Europea e quindi siete coperti dal sistema sanitario pubblico spagnolo tramite la Tessera Sanitaria Europea (TEAM – quella blu che avete nel portafoglio dietro la tessera sanitaria italiana).

In caso di bisogno, potete andare nei centri sanitari pubblici (Centros de Salud) per visite non urgenti, o al pronto soccorso pubblico (Urgencias) degli ospedali per emergenze. Le cure d’emergenza sono gratuite, mentre per visite specialistiche o farmaci potreste dover pagare un ticket (comunque cifre contenute). Conservate tutti gli scontrini perché potrete chiedere il rimborso in Italia.

PERÒ – e questo è importante – la sanità pubblica spagnola può avere tempi di attesa lunghi per visite non urgenti, e soprattutto la TEAM non copre:

  • Rimpatrio sanitario in caso di grave emergenza
  • Spese per cure in strutture private
  • Bagaglio smarrito o rubato
  • Annullamento viaggio
  • Responsabilità civile

Il mio consiglio da viaggiatrice seriale: anche per un semplice weekend a Valencia, fate un’assicurazione di viaggio. Costa pochissimo (spesso 10-20€ per un weekend) e vi copre da rogna che possono rovinare il viaggio: una caviglia slogata sulle scale del Miguelete, uno zaino rubato sul treno dall’aeroporto, un’intossicazione alimentare che vi costringe ad annullare il volo di ritorno.

Io uso Heymondo da molti anni e, come sapete, sul mio sito potrete usufruire di uno sconto del 10% su ogni pacchetto direttamente da questo link. Io consiglio di fare anche l’aggiunta dell’opzione “annullamento” perché nella vita non si sa mai e meglio non perdere soldi inutilmente!

Valencia è sicura per una donna che viaggia da sola?

Questa è una delle domande che ricevo più spesso, e la risposta breve è: sì, assolutamente sì. Valencia è una delle città più sicure della Spagna e dell’Europa in generale, e io stessa ci sono stata da sola senza mai sentirmi minimamente a disagio.

La mia esperienza personale: ho camminato nel Barrio del Carmen fino a mezzanotte e mezza, sono tornata in hotel da sola attraversando il centro storico in orari notturni, ho preso la metro in diverse fasce orarie, e l’unica “molestia” che ho ricevuto è stata un signore anziano che voleva assolutamente raccontarmi la storia della Cattedrale.

Perché Valencia è sicura:

  • Bassissimo tasso di criminalità violenta
  • Tantissima gente in giro anche la sera (gli spagnoli cenano tardi e vivono la strada)
  • Illuminazione pubblica ottima nel centro e nelle zone turistiche
  • Presenza costante ma discreta di polizia
  • Cultura locale rispettosa e accogliente

Le normali precauzioni (che prendereste in qualsiasi città):

  • Borseggiatori: esistono, soprattutto nelle zone super turistiche come il Mercado Central, la Città delle Arti, e sui mezzi pubblici affollati. Tenete lo zaino davanti, portafoglio in tasca interna, occhi aperti. Niente di drammatico, è l’ABC del viaggiare
  • Zone meno frequentate di notte: eviterei di farmi lunghe passeggiate notturne nel parco del Turia (di giorno è perfetto) o in zone periferiche che non conoscete. Il centro storico, Ruzafa, l’Eixample sono tranquillissimi anche a tarda sera
  • Uber/taxi per rientrare: se uscite fino a tardi, un taxi costa 6-8€ ed è comodo e sicuro
  • Attenzione alle bevande: come ovunque, nei locali notturni tenete d’occhio il vostro drink

Vantaggi di viaggiare da sola a Valencia:

  • Gente socievole: i valenciani sono gentili e disponibili. Mi è capitato più volte di chiedere indicazioni e trovarmi con qualcuno che mi accompagnava fino a destinazione chiacchierando
  • Facile fare amicizia: nei bar di tapas, negli ostelli, ai tavolini all’aperto è naturale attaccare bottone con altri viaggiatori
  • Libertà totale: decidete voi i ritmi, vi fermate dove volete, cambiate programma all’ultimo
  • Ottime infrastrutture: muoversi è facilissimo, non servono tour organizzati, tutto è a misura d’umano

Dove alloggiare da sola:

  • Ostelli con buone recensioni nel centro o a Ruzafa se volete socializzare (Home Youth Hostel, Purple Nest Hostel hanno ottima fama tra le viaggiatrici solo)
  • Hotel in zona Ciutat Vella o Eixample se preferite privacy e comodità
  • Eviterei zone periferiche o troppo isolate, ma non per pericolosità, più per comodità

Community e tour: se volete conoscere altri viaggiatori, ci sono free walking tour ogni giorno (prenotabili online), tour gastronomici, e vari locali/caffè frequentati da nomadi digitali e viaggiatori (fate un giro da Ubik Café a Ruzafa, punto di ritrovo per creativi e freelancer).

In sintesi: Valencia è perfetta per un viaggio in solitaria femminile. È sicura, accogliente, facile da girare, con un’ottima atmosfera e gente cordiale. Se viaggiate spesso da sole, qui vi sentirete come a casa. Se è la vostra prima volta, non potevate scegliere una città migliore per iniziare.

Un ultimo consiglio pratico: condividete la vostra posizione con un’amica/familiare su WhatsApp quando uscite la sera, non per paranoia ma per serenità. E fidatevi del vostro istinto: se una situazione non vi convince, cambiate strada. Ma onestamente, a Valencia questo non vi capiterà quasi mai.

Itinerario di cosa fare a Valencia in 4 -3-2 giorni:

Ammetto che non amo fare itinerari di questo tipo perché si da per scontato che tutte le persone abbiano gli stessi interessi, cosa che per fortuna non è così. Quindi ho deciso di scrivere i luoghi secondo, diciamo, un ordine, per cui, man mano che vai avanti nella lista delle cose da fare, più giorni hai a disposizione. La mia idea è che voi leggiate tutti i luoghi che vi suggerisco e che poi scegliate soprattutto secondo i vostri interessi, non esiste un “must see” in nessuna parte del mondo, potete tranquillamente saltare la cattedrale o la città delle scienze se non vi interessa. Usciamo fuori dagli schemi anche nel viaggio, lasciatevi stupire, siate ribelli, almeno in cose così piccole.

Cosa vedere nel centro storico di Valencia

Plaza de la Virgen: il cuore che batte da secoli

Plaza de la Virgen è uno di quei posti dove capisci subito di essere nel cuore pulsante della città. È una piazza raccolta, elegante, con una fontana al centro (rappresenta il fiume Turia e le sue acque) e una vibrazione particolare che senti nell’aria.

Qui i valenciani vengono a bere l’horchata seduti ai tavolini, i turisti fanno le foto, i piccioni beccano briciole, e tutto sembra muoversi a un ritmo più lento. È circondata da edifici che raccontano secoli di storia: la Basilica de la Virgen de los Desamparados con la sua cupola affrescata, e soprattutto la Cattedrale di Valencia.

La Cattedrale è un mix architettonico che spazia dal romanico al barocco, passando per un gotico catalano spettacolare. Ma la vera chicca è la Cappella del Santo Graal, dove è conservato un calice che la tradizione identifica come quello usato durante l’Ultima Cena.

E poi c’è lui: El Miguelete, il campanile ottagonale alto 51 metri che svetta sulla città. Lo vedete da ogni angolo del centro storico. Ora, 207 gradini potrebbero sembrare tanti (e diciamolo, le gambe bruciano), ma vi giuro che una volta arrivati lassù e visto Valencia distendersi in ogni direzione – i tetti arabescati del centro storico, la modernità della Città delle Arti in lontananza, e se la giornata è limpida perfino il mare – capirete che ne è valsa la pena. Io ci sono salita di prima mattina, con la luce ancora morbida, e quello skyline vi rimarrà negli occhi per giorni.

Consiglio pratico: entrata alla Cattedrale 8€, biglietto combinato con il Miguelete. Attenzione agli orari delle messe se volete visitarla con calma.

La Lonja de la Seda: quando il commercio diventa arte

Se c’è un edificio che rappresenta l’epoca d’oro di Valencia, quando la città era uno dei porti commerciali più importanti del Mediterraneo, è la Lonja de la Seda (Loggia della Seta). È patrimonio UNESCO, ed è uno di quei luoghi dove entri e dici “wow” a voce alta, anche se di solito non sei tipo da esclamazioni turistiche.

Costruita alla fine del XV secolo, era il cuore pulsante del commercio della seta. La Sala delle Colonne – o Sala de Contratación – è semplicemente strepitosa: colonne elicoidali altissime che si intrecciano come tronchi d’albero in un bosco di pietra, soffitti a volta nervata, luce che filtra dalle alte finestre gotiche. C’è un silenzio particolare, qui dentro. Un silenzio che profuma di storia.

Le colonne sembrano quasi crescere dal pavimento, e quando alzi lo sguardo verso i 17 metri di altezza, capisci la potenza di questa architettura gotica civile. Sui muri ci sono iscrizioni in latino che ricordano ai mercanti l’importanza dell’onestà negli affari. Un codice etico commerciale del 1400, pensate un po’.

Non perdetevi il Patio degli Aranci, un cortile interno dove crescono alberi di arancio amaro e c’è una pace incredibile. E il piano superiore, la Sala del Consolato del Mare, con i suoi soffitti lignei decorati dorati.

Consiglio pratico: ingresso 2€ (domenica e festivi gratis). Se capitate di sabato mattina, nella piazza davanti c’è un mercatino locale con piante, fiori, artigianato e prodotti tipici. È un’esplosione di colori e profumi molto autentica.

Palacio de Valeriola Centro de Arte Hortensia Herrero

Questo palazzo è stato aperto al pubblico da pochi anni, quindi è una delle ultime cose che ho visto a Valencia, mi ha raccontato una ragazza che ci lavorava che tanti anni fa era un locale dove si suonava musica dal vivo, ma uno di quelli mezzi “sfigati” che non decolla, poi l’ha comprato Hortensia Herrero, che se non lo sapete è la moglie del proprietario del Mercadona e l’ha trasformato in una fondazione d’arte, facendo dei lavori davvero mastodontici. Per me, anche se non è una delle attrazioni principali, vale la pena di essere visitato perché è davvero bellissimo e diverso dal solito.

La prima cosa che colpisce è il palazzo stesso: una residenza nobiliare del XVI secolo, uno degli esempi più belli di architettura rinascimentale valenciana. Apparteneva alla famiglia Valeriola, mercanti e aristocratici del tempo d’oro della città. La facciata è discreta, quasi timida tra le case del quartiere, ma appena varcate il portone vi ritrovate in un cortile interno che toglie il fiato: colonne eleganti, un pozzo centrale, scale monumentali, soffitti a cassettoni decorati. È uno di quei luoghi dove senti il peso della storia sotto i piedi.

Nel 2020, dopo un restauro meticoloso durato anni, il palazzo è stato riaperto come centro d’arte contemporanea dalla Fundación Hortensia Herrero (imprenditrice e collezionista valenciana). E qui viene il bello: l’idea non è stata quella di creare l’ennesimo museo polveroso, ma di far dialogare l’antico con il contemporaneo in modo sorprendente.

Cosa troverete: la collezione permanente include opere di artisti internazionali e spagnoli – sculture, installazioni, fotografie, video art. Parliamo di nomi come Olafur Eliasson, Anish Kapoor, Mat Collishaw, Jaume Plensa. Ma ciò che rende speciale questo posto è proprio il contrasto: opere d’arte contemporanea, spesso provocatorie e sperimentali, inserite in sale affrescate del Rinascimento, con pavimenti in ceramica originale e soffitti lignei storici.

C’è qualcosa di magico nel vedere una scultura minimalista in acciaio lucido riflettere le travi del ‘500, o un’installazione video proiettata su muri che hanno secoli di storia. È un dialogo tra epoche che funziona incredibilmente bene.

L’esperienza della visita: il centro non è enorme (ci vuole circa un’ora per vederlo con calma), ma ogni sala è curata nei minimi dettagli. Le mostre temporanee cambiano regolarmente, quindi se siete appassionati d’arte vale la pena controllare il programma prima di andare. Il personale è preparatissimo e spesso organizzano visite guidate gratuite in spagnolo e inglese che approfondiscono sia la storia del palazzo che le opere esposte.

Non perdetevi la terrazza panoramica all’ultimo piano: da lassù si gode una vista meravigliosa sui tetti, con le torri medievali che spuntano, le cupole delle chiese, e in lontananza si intravede perfino il mare. È uno di quei punti fotografici che pochi turisti conoscono.

Informazioni pratiche:

  • Ingresso: gratuito (sì, avete letto bene, è gratis!)
  • Orari: martedì-domenica 11:00-20:00, chiuso lunedì
  • Dove: Carrer de Valeriola, 13
  • Durata visita: 1-1,5 ore
  • Accessibilità: ci sono scale storiche, quindi potrebbe essere complicato per chi ha problemi di mobilità

Il mio consiglio: andate nel tardo pomeriggio, verso le 17:00-18:00. C’è meno gente, la luce che filtra dalle finestre è stupenda, e dopo la visita siete già nel Carmen per l’aperitivo. È uno di quei posti che vi fa dire “wow, che scoperta!” e che vi fa sentire un po’ viaggiatori esperti invece che semplici turisti.

Il Palacio de Valeriola è la dimostrazione che Valencia sa guardare al futuro senza dimenticare il passato, e che l’arte contemporanea non ha bisogno di cubi bianchi per brillare – a volte, un palazzo rinascimentale è la cornice perfetta.

Mercado Central: il tempio del gusto

Preparatevi a un assalto sensoriale. Il Mercado Central di Valencia è uno di quei posti dove ti rendi conto che gli spagnoli prendono il cibo MOLTO sul serio. Non è solo un mercato: è una cattedrale modernista dedicata al culto gastronomico, un edificio liberty del 1928 con una cupola in ferro, vetro e ceramiche colorate che ti fa venire voglia di fotografare anche il soffitto.

Dentro ci sono più di 1.200 bancarelle distribuite su 8.000 metri quadrati. È il mercato più grande d’Europa, e quando entri vieni travolto da un’onda di stimoli: il rosso intenso dei peperoni appesi, il profumo acre delle olive, le chiacchiere dei venditori, le teste di tonno giganti sul ghiaccio, i prosciutti iberici appesi come stalattiti di sapore.

Qui i valenciani fanno la spesa quotidiana, e questa è già una garanzia di freschezza e qualità. Troverete ogni ben di Dio: frutta tropicale, verdure che non sapete nemmeno cosa siano, formaggi artigianali, dolci tradizionali come i fartons (brioche allungate da inzuppare nell’horchata), frutti di mare che fino a poche ore prima nuotavano nel Mediterraneo.

Il mio consiglio da viaggiatrice affamata: fate un giro di ricognizione appena entrati, non comprate subito tutto quello che vedete (rischiate di riempirvi troppo in fretta). Poi fermatevi in uno dei bar interni e ordinatevi un panino con jamón iberico di bellota, una tapa di polpo galiziano, o un bocadillo di calamares. Accompagnate con una cerveza bien fría o un vermut locale. Questo è uno di quei pranzi che ti ricordi per mesi.

Se cercate souvenir gastronomici: horchata in bottiglia (bevanda di chufa dolcissima e cremosa, tipicamente valenciana), azafrán (lo zafferano per la paella), turrón artigianale, conserve di peperoni rossi. Ogni bancarella vi farà assaggiare, e resistere è impossibile.

La Città delle Arti e delle Scienze: benvenuti nel futuro

Diciamolo subito: la Ciudad de las Artes y las Ciencias è uno di quei luoghi che ti fanno tirare fuori il telefono ogni due secondi. E non per fare il turista instagrammabile (anche), ma perché è oggettivamente impossibile non rimanere ipnotizzati da questa visione futuristica firmata Santiago Calatrava.

Immaginate: strutture bianchissime che sembrano scheletri di creature preistoriche o navicelle spaziali, specchi d’acqua turchesi che moltiplicano ogni linea architettonica, cieli blu che contrastano con queste forme impossibili. Il complesso si estende per quasi due chilometri nell’antico letto del fiume Turia, e già solo passeggiare all’esterno è un’esperienza che vale metà del viaggio.

Ci sono molti edifici al suo interno. Il mio consiglio è di andare al Caixa Forum. È una fondazione della banca Caixa. L’ingresso è gratuito. Oltre ad essere un edificio stupendo, all’interno ci sono delle esposizioni, spesso concerti. Ogni mese c’è un tema con delle attività, anche per bambini. C’è una parete di piante stupende e una libreria magnifica. A me è piaciuto un sacco.

L’Oceanogràfic è l’acquario più grande d’Europa, ci sono tunnel sottomarini dove cammini circondato da squali toro e mante che planano sopra la tua testa come alieni gentili. La sezione dell’Artico con i beluga, quella tropicale con i pesci coloratissimi, è molto molto grande; ha anche una parte con gli uccelli. Se avete letto altre cose mie sapete che sono molto sincera, io ci sono andata perché l’ultima volta che ero a Valencia ero con mio figlio di 3 anni e volevo che vedesse i pesci, anche perché ovunque si legge che non è un acquario ma un museo oceanografico che ha nella sua mission anche quella di lavorare sulla conservazione. Ho fatto un video dove vi racconto la mia personale esperienza, ma devo dire che per quanto fosse stupendo mi ha fatto molta pena, pinguini in una vasca piccolissima, stessa cosa per i beluga. Lo spettacolo dei delfini era agghiacciante, mi sembra molto più orientato al profitto che alla conservazione, ma ovviamente sono opinioni personali. Di una cosa sono certa: non ci tornerò!

L’Hemisfèric è quell’edificio che sembra un enorme occhio (e fidatevi, anche Calatrava voleva proprio quello): dentro ospita un cinema IMAX con uno schermo gigante e concavo. Le proiezioni spaziano da documentari naturalistici a film in 3D. Perfetto per una pausa al fresco nelle ore più calde.

Il Museo delle Scienze Príncipe Felipe ha quella struttura che ricorda uno scheletro di dinosauro: dentro è un paradiso per grandi e piccoli curiosi, con installazioni interattive sulla fisica, la biologia, l’esplorazione spaziale. Ma vi dico la verità: anche se decidete di non entrare in nessuno di questi spazi (i biglietti non sono economici: l’Oceanogràfic costa circa 33€), vale la pena venire qui al tramonto. Quando il sole cala e le luci si accendono, questo posto diventa magico.

Consiglio pratico: se volete visitare più attrazioni, comprate il biglietto combinato online, risparmierete tempo e soldi. E andate in orario di apertura o nel tardo pomeriggio per evitare le scolaresche.

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Barrio del Carmen: dove Valencia mostra la sua anima ribelle

Se il centro storico intorno alla Plaza de la Virgen è la Valencia elegante e monumentale, il Barrio del Carmen è la sua sorella più bohémien, quella con i capelli colorati e i tatuaggi, ma con una storia che affonda nel Medioevo.

Questo quartiere racchiuso tra le antiche mura è un labirinto di vicoli stretti dove i palazzi rinascimentali si alternano a graffiti strepitosi, dove negozi vintage convivono con tapas bar centenarie, dove a ogni angolo c’è una piazzetta nascosta con tavolini all’aperto e gente che chiacchiera fino a tardi.

Le Torres de Serranos e le Torres de Quart sono i due grandi portali medievali che difendevano la città. Potete salire sulle Torres de Serranos (ingresso circa 2€) e godervi una vista dall’alto del quartiere. Quelle de Quart hanno ancora i segni dei colpi di cannone delle guerre napoleoniche: storia tangibile, letteralmente.

Di giorno, il Carmen è perfetto per perdersi: entrate in gallerie d’arte indipendenti, scoprite botteghe artigiane, fermatevi a bere un caffè in uno dei tanti localini hipster. I murales qui sono arte vera: cercate quelli di Julieta XLF, una delle street artist più famose della città, che dipinge enormi volti di donne sui muri.

Ma è di sera che il quartiere esplode. Dal tramonto in poi, ogni angolo si anima: musicisti di strada, gente che beve all’aperto, profumo di frittura che esce dalle cucine. È il cuore della movida valenciana, ma senza la becera rumorosità di altre zone turistiche. Qui c’è un mix interessante: studenti universitari, artisti, famiglie locali, viaggiatori che hanno fatto i compiti a casa.

Dove mangiare: per tapas autentiche provate La Pilareta (dal 1917, microscopica, sempre piena, clams alla marinera da urlo) o Casa Montaña (dal 1836, una garanzia per vermut e conserve di pesce). Per l’Agua de Valencia (il cocktail simbolo: cava, succo d’arancia, vodka e gin) andate da Café de las Horas, locale decadente con interni barocchi, candelabri ovunque e un’atmosfera da film.

Consiglio pratico: nelle notti del weekend può essere molto affollato. Se preferite tranquillità, optate per un giovedì sera o un aperitivo al tramonto.

Jardín del Turia: per una passeggiata o relax

Questa è una delle storie urbane più incredibili che abbia mai sentito. Nel 1957, il fiume Turia straripò provocando un’alluvione devastante che causò decine di morti. La decisione fu drastica: deviare completamente il corso del fiume fuori dalla città. E cosa fare con 9 chilometri di letto fluviale vuoto che attraversavano Valencia da parte a parte?

La risposta fu visionaria: trasformarlo nel Jardín del Turia, uno dei parchi urbani più belli e particolari d’Europa. Oggi è un serpentone verde che collega il centro storico con il mare, passando proprio sotto (o meglio, attraverso) la Città delle Arti e delle Scienze.

È il polmone di Valencia: famiglie che passeggiano, runner che si allenano, ciclisti che sfrecciano sulle piste dedicate, bambini che giocano, coppie che fanno picnic all’ombra delle palme. Ci sono fontane, ponti storici, aranceti, roseti, prati dove sdraiarsi. È come camminare in un fiume di verde invece che d’acqua.

Uno dei punti più divertenti è il Parque Gulliver, un’enorme scultura-scivolo che rappresenta il gigante dei Viaggi di Gulliver bloccato al suolo: i bambini (ma anche molti adulti coraggiosi) possono arrampicarsi sui capelli, scivolare giù dalle gambe, esplorare questo gigante colorato. È geniale.

Consiglio pratico: se volete vivere il Turia come i locali, noleggiate una bici. Ci sono servizi di bike-sharing in tutta la città (Valenbisi), o negozi di noleggio convenzionali. Pedalare lungo il parco al tramonto, con la brezza fresca e la luce dorata, è un’esperienza memorabile. In alternativa, portate un telo e un picnic, e godetevi un po’ di relax verde nel cuore della città. Lungo le “sponde” del parco ci sono diversi ristoranti e bar molto carini con un patio largo per mangiare all’aria aperta

Playa de la Malvarrosa: dove il mare incontra la paella

Una città mediterranea che non ti regala almeno un tuffo in mare non è una città mediterranea degna di questo nome. Valencia invece mantiene la promessa: la Playa de la Malvarrosa è a una manciata di minuti dal centro (metro linea 5 o 7, fermata Maritim-Serrería), ed è una spiaggia lunga, larga, sabbiosa, con tutto quello che serve per un pomeriggio di relax o una passeggiata rigenerante.

Non è una spiaggia selvaggia: c’è il lungomare con la pista ciclabile, i chiringuitos, le palme, le docce. Ma funziona, e funziona bene. Al tramonto qui c’è sempre gente: runner che sgambettano, coppie che camminano mano nella mano, surfisti che controllano le onde (che non sono quelle dell’Atlantico, ma hey, si prova).

E qui arriviamo alla vera paella valenciana. Dimenticatevi quella cosa piena di gamberi, cozze e calamari che vi propinano nei ristoranti turistici di tutta Europa. La paella DOC, quella che è nata qui a Valencia, è un’altra storia: riso (varietà locale, tipo Bomba o Senia), pollo, coniglio, garrofón (fagioli di Lima), ferraura (fagioli piatti verdi), pomodoro, zafferano, rosmarino. Punto. Si cucina su fuoco di legna d’arancio in enormi padelle, e il risultato è un piatto dove il riso è al dente e sotto c’è il socarrat, la crosticina dorata e leggermente bruciacchiata che è la parte più pregiata, in quest’articolo parliamo proprio di dove mangiare la vera paella valenciana. Premesso che io so tutto questo ma preferisco quella di marisco, quindi ogni volta vado in un ristorante buono, tradizionale, ma scelgo la varietà di mare. Un’altra cosa che forse non tutti sanno è che i risi in Spagna si mangiano a pranzo e che spesso vanno prenotati il giorno prima in alcuni ristoranti. Quindi diciamo che mangiare una paella alla Malvarrosa è qualcosa che ti consiglio di fare la domenica a pranzo e di prenotare sempre prima, magari andate per l’1 o l’1.30 perché in Spagna è molto presto , troverete meno gente.

Playa de la Patacona:

Sono sincera quando vengo a Valencia da Angelo la domenica andiamo sempre a la Patacona, mi piace di più della Malvarrosa, ci sono meno turisti e più local, ecco i miei posti preferiti dove mangaire, e sì, generalmente mangio paella de marisco:

  • Cocoa: molto carino il giardino interno, il cibo è ottimo, cercate di prenotare con anticipo e se volete risi nel weekend si ordinano il giorno prima e non vanno due tipi di riso diversi nello stesso tavolo, non la trovo un’idea geniale, ma è così.
  • La Xipirona Platj: informale, carino, giovane proprio sul mare, mi piace molto

Port Saplaya

Se vi va di fare una passeggiata in una zona costiera piuttosto ricca con case davvero particolari allora dedicate una mezza giornata a questo quartiere periferico e davvero colorato di Valencia. C’è sia la spiaggia che un porticciolo delizioso, è un’ottima alternativa se conoscete già le altre spiagge.

Las Fallas: quando Valencia brucia (di bellezza)

Non potete capire Valencia senza sapere delle Fallas. Iniziano a febbraio anche se generalmente la settimana più “calda” è dal 15 al 19 marzo, questa città impazzisce completamente. È una delle feste più spettacolari, caotiche e assurde di tutta la Spagna – e già questo è tutto dire.

Le Fallas sono enormi sculture di cartapesta, legno e polistirolo alte fino a 30 metri, che rappresentano scene satiriche, personaggi famosi, critiche sociali. Sono opere d’arte incredibili realizzate da veri artisti che lavorano tutto l’anno. Ce ne sono centinaia sparse per la città, dalle piccole nei quartieri alle gigantesche in centro.

Per quattro giorni Valencia è un delirio: petardi che esplodono dalla mattina alla sera (la mascletà di mezzogiorno in Plaza del Ayuntamiento è un bombardamento sonoro di 10 minuti che ti fa tremare il petto), sfilate in costume tradizionale, concerti, paella gratis nelle strade, gente ovunque. E poi, la notte del 19 marzo, la Cremà: tutte le Fallas vengono bruciate in giganteschi falò. Solo una, la vincitrice del concorso, viene salvata e conservata nel Museo Fallero.

Vedere queste opere d’arte bruciare, con migliaia di persone che guardano e applaudono mentre le fiamme divorano mesi di lavoro, è qualcosa di catartico e folle insieme. È un rito di purificazione, un modo per dire addio all’inverno e dare il benvenuto alla primavera bruciando tutto ciò che è vecchio.

Consiglio pratico: se volete vivere le Fallas, prenotate hotel con MESI di anticipo (i prezzi triplicano), portate tappi per le orecchie (i petardi sono fortissimi), e preparatevi al caos totale. Ma ne vale assolutamente la pena. Se invece preferite visitare Valencia con più calma, evitate proprio marzo.

Cosa vedere a Valencia con i bambini

Anche se mi chiamo Viaggiare da Soli, so che grazie a goolge molti dei miei lettori sono anche famiglie o coppie, in più ho un bimbo piccolo anche io con il quale sono andata a Valencia, quindi ho pensato che fosse una buona idea darvi dei consigli anche in quest’ambito.

Valencia è una città sorprendentemente family-friendly, qui invece c’è un mix perfetto di attrazioni wow per i piccoli, spazi verdi dove correre, spiagge accessibili, e una mentalità locale molto accogliente verso i bambini.

Gli spagnoli adorano i bambini e li portano ovunque: vedrete famiglie al ristorante alle 22:00, bambini che giocano nelle piazze fino a tardi, e nessuno si scandalizza se il vostro pargolo fa un po’ di casino al tavolo. Anzi, è la normalità.

Le attrazioni top per i bambini

Come ho già scritto qualche paragrafo più in alto, io non tornerei all’Oceanografic perchè per me non è etico e non andrei mai al bio parco, non sono questi i valori che voglio trasmettere a mio figlio, per me la natura si osserva dal vivo, non in cattività. Ma capisco che non tutti siano allineati o così estremi come posso metterlo io quindi inserirò dei luoghi che in molte vorrete vedere, perchè quello spesso si cerca quando si viene a Valencia, vi invito solo ad avere uno sguardo più critico e meno disilluso se sceglierete di vederli, anche se vi suggerisco di fare altro.

1. L’Oceanogràfic (Città delle Arti e delle Scienze) È il parco marino più grande d’Europa, e per i bambini è praticamente Disneyland acquatica. Tunnel sottomarini con gli squali che nuotano sopra le loro teste, pinguini che sguazzano, delfini che saltano negli show (sì, ci sono spettacoli con delfini e leoni marini), meduse fluorescenti, e perfino un’area tattile dove possono toccare stelle marine e ricci di mare. Calcolate 3-4 ore minimo, portate snack e acqua (dentro è caro), e considerate che d’estate sotto il sole può fare molto caldo. Biglietto bambini 3-12 anni circa 24€, sotto i 3 anni gratis.

2. Il Museo delle Scienze Príncipe Felipe Un museo interattivo dove possono toccare tutto, premere bottoni, sperimentare. C’è una sezione con esperimenti di fisica divertenti, un’area sull’esplorazione spaziale con navicelle a grandezza naturale, exhibit sugli animali, sul corpo umano. È pensato proprio per imparare giocando. I vostri figli usciranno esausti e felicissimi. Perfetto dai 5 anni in su, ma anche i più piccoli si divertono.

3. Il Parque Gulliver nel Jardín del Turia Questa è geniale: un’enorme scultura lunga 70 metri che rappresenta Gulliver sdraiato a terra dopo essere stato legato dai lillipuziani. I bambini sono i lillipuziani e possono arrampicarsi sui capelli, scivolare giù dalle gambe, esplorare il corpo del gigante. È tutto un gigantesco scivolo-parco giochi gratuito. I vostri figli impazziranno. Perfetto per bambini 3-12 anni. Portate vestiti che possono sporcare e ginocchia pronte agli scivolamenti.

4. Bioparc Valencia Uno zoo moderno che ricrea gli habitat naturali senza gabbie visibili (o quasi). Savana africana con giraffe, zebre, elefanti, rinoceronti; foresta equatoriale con gorilla e scimpanzé; Madagascar con lemuri che saltano sugli alberi. È fuori dal centro (metro linea 3 e 5 fino a Nou d’Octubre), calcolate mezza giornata. Biglietti bambini 3-12 anni circa 20€. Portatevi pranzo al sacco, ci sono aree picnic. Per me se potete evitare è meglio, dare soldi a queste strutture che monetizzano gli animali in cattività è davvero crudele e non educativo per i bambini.

5. La spiaggia della Malvarrosa Anche se non è estate, i bambini adorano la spiaggia. Possono correre sulla sabbia, raccogliere conchiglie, costruire castelli, mettere i piedi nell’acqua. D’estate ovviamente tuffi e bagni. Il lungomare è perfetto per passeggiate in bici o sui pattini. Ci sono parchi giochi lungo la spiaggia e gelaterie ogni 50 metri.

6. Il Mercado Central Potrebbe sembrare strano, ma molti bambini adorano il Mercado. I colori, i profumi, i pesci giganti sul ghiaccio, i prosciutti appesi, la frutta esotica. Fateli assaggiare cose nuove, comprate frutta fresca da sgranocchiare, prendete un succo spremuto. È un’esperienza sensoriale che li incuriosisce.

Consigli pratici per Valencia con bambini

Passeggino sì o no?: Valencia è abbastanza pianeggiante, ma il centro storico ha molte stradine con sampietrini. Se i vostri figli sono piccoli, portate un passeggino leggero. La metro ha ascensori nella maggior parte delle stazioni.

Muoversi: la bici con seggiolino o carrellino è perfetta per il Jardín del Turia. Molti noleggi hanno bici family. In alternativa, metro e bus hanno spazio passeggini.

Orari: adattatevi agli orari spagnoli. Pranzo 14:00-15:30, cena dopo le 21:00. I bambini spagnoli restano svegli fino a tardi, quindi nessuno vi guarderà male se alle 22:30 siete ancora al ristorante.

Dove dormire: cercate appartamenti (più spazio, cucina per preparare colazioni/cene veloci) o hotel con camere familiari. Zone migliori: Eixample (tranquillo), vicino al Turia, o zona Città delle Arti.

Kit sopravvivenza:

  • Crema solare (il sole picchia anche quando non sembra)
  • Cappellino
  • Borraccia ricaricabile
  • Snack per emergenze (anche se in Spagna bar e chioschi sono ovunque)
  • Cambio vestiti per i più piccoli
  • Pazienza (tanta)

Valencia con i bambini funziona perché è una città a misura d’uomo, con ritmi rilassati, spazi verdi dove scorrazzare, attrazioni pensate per loro, e un’atmosfera accogliente. Non dovrete rinunciare alla cultura o al buon cibo, e loro torneranno a casa felici e pieni di ricordi di squali, scivoli giganti e gelati al tramonto.

Promesso: se organizzate bene, sarà un weekend che piacerà sia a voi che a loro. E questa, con i bambini, è già una vittoria.

Escursioni in giornata partendo da Valencia

Anche se questo sarebbe un articolo con itinerari di pochi giorni mi sono resa conto che molte persone utilizzano Valencia come base per esplorare la zona, spesso non hanno neanche troppa voglia di affittare una macchina quindi si muovono con delle escursioni in giornata. Per questo motivo ho fatto una selezione di quelle che secondo me valgono la pena.

Montanejos e il Salto de la Novia

Se avete più di un weekend o semplicemente volete evadere dal ritmo urbano per un giorno, c’è un’escursione che vi consiglio caldamente e che pochissimi turisti conoscono: Montanejos e la cascata del Salto de la Novia. È una di quelle gite che combina natura spettacolare, relax termale e quel pizzico di avventura che rende speciale un viaggio.

Montanejos è un piccolo paesino di montagna a circa 90 km da Valencia (1 ora e 15 minuti in auto), incastonato tra le montagne dell’interno valenciano. La sua fama locale è legata alle acque termali naturali che sgorgano tutto l’anno a una temperatura costante di 25°C. Immaginatevi: piscine naturali di acqua turchese limpidissima, circondate da canyon rocciosi e vegetazione mediterranea, dove potete fare il bagno anche in pieno inverno mentre intorno c’è freddo. È un’esperienza quasi surreale.

La Fuente de los Baños è la più famosa: una pozza termale alimentata da una sorgente che sgorga direttamente dalla roccia. L’acqua è cristallina, potete vedere il fondo anche a 3-4 metri di profondità, e nuotare qui è incredibilmente rilassante. Portatevi costume, asciugamano e magari delle scarpette da scoglio perché il fondale è roccioso.

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A pochi chilometri da Montanejos, nel paesino di Navajas, c’è una delle cascate più fotogeniche della zona: il Salto de la Novia (il Salto della Sposa). Il nome viene da una leggenda romantica e tragica: si narra che una sposa, in fuga dal padre che si opponeva al suo matrimonio, tentò di attraversare il fiume proprio qui e precipitò nella cascata. Drammatico, lo so, ma il posto è meraviglioso.

La cascata si getta per circa 60 metri in una gola stretta e verdissima, creando giochi d’acqua spettacolari. C’è un sentiero che vi porta fino a un punto panoramico dove potete ammirare il salto dall’alto, e se siete fortunati (dipende dalle piogge recenti) la vedrete in tutta la sua potenza. Anche quando l’acqua è poca, il canyon e la vegetazione rendono il posto magico.

Escursione sulla Costa Blanca: Altea, Guadalest e le Fuentes del Algar

Se Montanejos è l’escursione per chi cerca natura selvaggia e relax termale, questa è la gita per chi vuole combinare mare, montagna, borghi da cartolina e piscine naturali in un solo giorno. Direzione sud, verso la Costa Blanca, una delle zone costiere più belle della Spagna che dista circa un’ora e mezza da Valencia.

Altea è uno di quei paesi che sembra uscito da un quadro impressionista. Arroccato su una collina che scende dolcemente verso il Mediterraneo, è un labirinto di stradine bianche e azzurre, case imbiancate a calce, bouganville che scendono dai muri, botteghe artigiane e gallerie d’arte. Il simbolo è la cupola della chiesa di Nuestra Señora del Consuelo, con le sue tegole blu e bianche che brillano al sole e si vedono da tutta la costa.

Il bello di Altea è proprio perdersi nel suo centro storico: salite le scalinate acciottolate, attraversate gli archi moresco-valenciani, fermatevi nei mirador (punti panoramici) da dove la vista sul mare è da togliere il fiato. Trovate angoli fotografici ad ogni svolta: un vicolo con i gerani rossi, una piazzetta con artisti di strada, un bar con vista mare dove bere una cerveza fredda. Il giovedì c’è anche un mercatino dell’artigianato nella piazza principale, perfetto per souvenir autentici (ceramiche dipinte a mano, gioielli, tessuti).

La parte bassa di Altea, sul lungomare, è più moderna: la spiaggia di ciottoli (non sabbia, portate le scarpette da scoglio se andate in estate), il paseo marittimo pieno di ristoranti di pesce, e un’atmosfera rilassata da paese di mare chic ma non snob. È il posto perfetto per un pranzo vista mare: gamberi alla plancha, calamari fritti, paella marinera (qui, sulla costa, la versione con frutti di mare è quella tradizionale, diverso da Valencia).

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Risalendo verso l’interno, a circa 25 km da Altea, c’è Guadalest, e già il viaggio per arrivarci è uno spettacolo: curve di montagna che si arrampicano tra vallate verdi e picchi rocciosi. Guadalest è un borgo medievale letteralmente incastonato nella roccia, uno dei “pueblos más bonitos de España”.

Arrivateci e capirete perché: un castello-fortezza su uno sperone roccioso altissimo, case bianche aggrappate alla montagna, una posizione strategica incredibile che dominava tutta la valle. Per entrare nel centro storico dovete passare attraverso un tunnel scavato nella roccia (suggestivo al massimo), e poi salire fino alle rovine del castello e alla torre del Castillo de San José. Da lassù la vista è mozzafiato: il lago turchese artificiale (embalse de Guadalest) incastonato tra le montagne, vallate a perdita d’occhio, e nei giorni limpidi si vede perfino il mare in lontananza.

Guadalest è piccolissimo (circa 200 abitanti), ma è pieno di musei curiosi: quello delle miniature, della tortura medievale, delle case di bambola, dei moto d’epoca. Sono tutti molto kitsch e turistici, ma se avete tempo uno vale l’altro per una mezzoretta divertente. Il borgo è super turistico, quindi aspettatevi negozietti di souvenir e gente, ma mantiene comunque il suo fascino.

Ultima tappa della giornata: le Fuentes del Algar, a circa 15 km da Guadalest. Sono cascate naturali e piscine di acqua dolce cristallina immerse in un canyon verde lussureggiante. Un’oasi naturale perfetta per chiudere la giornata con un tuffo rinfrescante.

Il percorso è ben attrezzato: passerelle di legno, scalette, punti sosta con spiegazioni sulla flora e fauna locale. Camminate tra cascatelle che formano pozze turchesi dove l’acqua è talmente limpida che vedete i pesci nuotare. Ci sono zone dove è permesso fare il bagno: portatevi il costume e tuffatevi, l’acqua è freddina ma rigenerante, soprattutto d’estate quando il caldo picchia.

Il percorso completo dura circa 1-1,5 ore (non è faticoso, adatto anche a famiglie con bambini non troppo piccoli). Ci sono anche aree picnic se volete portarvi qualcosa da mangiare, ma troverete anche un bar/ristorante all’ingresso.

L’Albufera: la laguna segreta di Valencia

A soli 10 km da Valencia c’è un ecosistema naturale straordinario che molti turisti si perdono, concentrati com’è sulla città: l’Albufera, la laguna d’acqua dolce più grande della Spagna. È un mondo a parte, fatto di canneti infiniti, risaie che cambiano colore con le stagioni, barchette tradizionali che scivolano silenziose sull’acqua, e tramonti che sembrano dipinti a olio.

L’Albufera (il nome viene dall’arabo “al-buhayra”, piccolo mare) è una laguna separata dal Mediterraneo da una sottile striscia di sabbia chiamata La Dehesa. È un Parco Naturale protetto di oltre 21.000 ettari, un paradiso per gli amanti della natura, del birdwatching, e per chi cerca un’esperienza autentica e rilassante a due passi dalla città.

La gita in barca: è l’esperienza che non potete perdere. Le barche tradizionali valenciane (chiamate “albuferencs”) sono piatte, perfette per navigare in acque basse, e vengono condotte da guide locali che spesso sono pescatori o coltivatori di riso della zona. Salgono massimo 10-12 persone per barca, l’atmosfera è intima e rilassata.

La navigazione dura circa 40-60 minuti e vi porta attraverso i canali stretti tra i canneti, dove il silenzio è rotto solo dallo sciabordio dell’acqua e dal canto degli uccelli. Le guide vi raccontano la storia dell’Albufera, come funziona la coltivazione del riso (qui si produce il riso per la vera paella valenciana), le tecniche di pesca tradizionali, le leggende locali. Molti parlano solo spagnolo o valenciano, ma la bellezza del posto parla da sola.

Il momento magico è quando la barca esce dai canali e si apre sulla laguna principale: uno specchio d’acqua tranquillo circondato da verde, con le montagne all’orizzonte e il cielo che si riflette perfetto. Se andate al tramonto (e vi consiglio caldamente di farlo), assistete a uno degli spettacoli naturali più belli che Valencia possa offrire: il sole che scende tingendo tutto di arancio, rosa, viola, mentre gli uccelli tornano ai loro nidi e l’acqua diventa uno specchio d’oro.

Birdwatching: l’Albufera è una delle zone umide più importanti d’Europa per gli uccelli migratori. Qui sostano e nidificano oltre 250 specie diverse: aironi, cormorani, gabbiani, anatre, fenicotteri, e se siete fortunati perfino aquile di palude. In primavera e autunno, durante le migrazioni, è uno spettacolo incredibile vedere stormi immensi solcare il cielo.

Se siete appassionati, portate un binocolo e un libro di riconoscimento, oppure prenotate una escursione guidata di birdwatching con esperti che sanno esattamente dove e quando trovare le specie più rare. I momenti migliori sono l’alba e il tramonto, quando gli uccelli sono più attivi.

I villaggi dell’Albufera: intorno alla laguna ci sono piccoli borghi di pescatori che mantengono ancora tradizioni antichissime. El Palmar è il più famoso e il più turistico: qui si mangia la paella migliore di tutta Valencia (secondo i locali). I ristoranti affacciati sulla laguna servono paella cotta con il riso dell’Albufera e legna di arancio, proprio come vuole la tradizione.

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Provate Casa Ángel o Restaurante Mateu (prenotate, sempre pieni a pranzo). La paella qui costa 12-15€ a persona e vale ogni centesimo. Mentre aspettate che cuocia (ricordate: 20 minuti minimo), potete camminare tra le case tradizionali di El Palmar, le barrache (le capanne dei pescatori), e respirare un’atmosfera fuori dal tempo.

Altri borghi interessanti: El Saler (punto di partenza per molte escursioni in barca e vicino alla spiaggia naturale), Catarroja e Silla (meno turistici, più autentici).

Le risaie: se capitate in primavera (aprile-maggio), le risaie sono allagate e creano uno spettacolo surreale: specchi d’acqua geometrici che riflettono il cielo, con gli aironi che camminano tra le piantine verdi appena spuntate. In estate il riso cresce ed è tutto un mare verde brillante. In autunno, al momento del raccolto, diventa dorato. Ogni stagione ha il suo fascino.

Ci sono percorsi ciclabili e sentieri pedonali che costeggiano le risaie: noleggiate una bici e pedalate tra i campi, è un’esperienza meditativa e bellissima.

Come organizzare la visita:

In autonomo:

  • Autobus linea 25 da Valencia (Estación del Sur) fino a El Palmar o El Saler (40-50 minuti, circa 2€)
  • Una volta lì, cercate le “paradas de barcas” (imbarcaderi) – ce ne sono diversi. Prezzi: 4-6€ a persona per il giro in barca (chiedete alle guide locali sul posto)
  • Oppure noleggiate una bici a Valencia e pedalate fino all’Albufera (circa 12 km, pianissimo, bellissimo)

Tour organizzato:

Quando andare:

  • Tramonto: è IL momento. Sole dorato, luce magica, atmosfera da sogno. Andate 1-2 ore prima del tramonto, fate il giro in barca al momento giusto
  • Primavera e autunno: temperature perfette, uccelli migratori, risaie spettacolari
  • Estate: caldo ma bellissimo, e potete combinare con un bagno nella spiaggia de La Dehesa (spiaggia naturale protetta, sabbia fine, meno turistica della Malvarrosa)

Quanto tempo dedicare: mezza giornata è perfetta. Giro in barca (1 ora), pranzo con paella (2 ore con calma spagnola), passeggiata o bici nelle risaie (1 ora). Se siete appassionati di natura, potete facilmente passarci l’intera giornata.

C’è qualcosa in questa città che ti conquista dolcemente, senza strafare. Non è la più bella della Spagna (anche se è bellissima), non è la più trendy (anche se lo sta diventando), non è neanche la più famosa, ma ha un’anima vera, un ritmo rilassato, quel perfetto equilibrio tra storia e modernità, cultura e spiaggia, tradizione e innovazione.

Valencia è la città dove puoi camminare in un giardino futuristico al mattino e in un mercato medievale al pomeriggio. Dove puoi mangiare la paella guardando il mare e poi perderti in un labirinto di vicoli gotici. Dove la gente esce la sera non per ubriacarsi, ma per chiaccherare, ridere, stare insieme.

Un weekend a Valencia non basta per conoscerla davvero. Ma basta per capire che dovrete tornare. E io, nel mio piccolo, ci sono già stata cinque volte. E ogni volta scopro qualcosa di nuovo che mi fa dire: “Va bene, devo tornare per vedere quell’altra cosa”.

Buon viaggio, e che la paella sia con voi. 🥘

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Autore

Francesca Di Pietro

Giro il Mondo e studio la personalità dei viaggiatori! Ho visitato più di 75 paesi molti dei quali da sola. Per me il viaggio è uno strumento di crescita personale. Ho creato questo sito per tutti quelli che amano viaggiare da soli o che vorrebbero iniziare a farlo. Ho pubblicato: <a href="https://amzn.to/3d08YIU" rel="”sponsored”">Il Bello di Viaggiare da Soli: guida al travel coaching per ottenere il massimo da noi stessi</a> edito Feltrinelli.