Francesco, come fare il giro del mondo in Barcastop

Francesca Di Pietro Pubblicato il

[box style=’info’] Ciao, mi chiamo Francesco e sto facendo un giro del mondo in barca-stop.
Dopo aver attraversato il mediterraneo e passato lo stretto di Gibilterra (purtroppo niente colonne d’Ercole, ero cosi curioso!), ho navigato un mesetto in Marocco per poi approdare alle isole Canarie, dove ho trovato imbarco per attraversare l’oceano atlantico direzione: Caraibi! Ho passato la stagione invernale li, veleggiando su e giu per tutto l’arco delle Antille, per poi navigare verso le Bahamas. Da lÏ Jamaica e Panama, dove mi sono imbarcato su una barca francese per attraversare il canale di Panama e l’Oceano Pacifico. Prima tappa le isole Galapagos, dopo di che passato l’equatore ho navigato circa 5 mesi in giro per la Polinesia Francese. E via a finire questo oceano infinito, passando per le isole Cook, le Tonga, le Fiji e la stupenda Nuova Caledonia, approdando finalmente in Australia dopo 9 mesi nel Pacifico. Racconto le mie avventure su Into The Sunset il blog personale[/box]

1. Ricordi il giorno che hai detto “ora parto” cosa ti ha spinto a farlo in quell istante?

Quel giorno purtroppo non me lo ricordo. Forse non c’è neanche stato un istante in cui posso dire che ho deciso di viaggiare. L’idea del viaggio e di avventura hanno sempre fatto parte di me, come un sogno che ritorna ogni notte.
Avevo voglia di partire, di girare il mondo, di conoscere persone, e appena ho portato a termine gli impegni presi a casa ho avuto davanti a me la possibilità di seguire finalmente quel sogno tanto atteso.

Giro del mondo in barcastop

2. Secondo te ti spinge a partire per un progetto così lungo, la voglia di lasciare quello che hai o il desiderio di cercare qualcosa che non conosci?

Dipende dalle persone. Chi è insoddisfatto della propria vita penso che in primis decida di mollare tutto, per poi pensare a cosa vorrebbe fare veramente. Per quanto riguarda me stesso E’ stato il desiderio di avventura, di esplorare qualcosa che non conosco, qualcosa che in pochissimi possono dire di aver fatto o visto.

3. Come si fa a trovare una barca per fare barcastop?

La risposta è abbastanza semplice, bisogna andare nei porti e parlare con tutti, conoscere tutti. Bussare alla barca e chiedere di parlare con il capitano, o riuscire a parlare anche con l’equipaggio, per chiedere un passaggio verso la destinazione che si è prefissi (un po come l’auto-stop).
Quasi sempre si riceve un “no, scusa, siamo al completo”, però se ci si presenta bene e si entra in confidenza si può trovare gente simpaticissima e disponibile ad aiutarti a trovare un imbarco, magari chiedendo ad altre barche amiche che potrebbero avere bisogno. Siccome le rotte sono quasi sempre le stesse, molto spesso se qualche barca non ha potuto darti un passaggio prima, magari lo farà in futuro per un’altra tappa del viaggio. In generale, non bisogna essere timidi.

Giro del Mondo in Barcastop

4. Cosa ti insegnano 15 mesi per mare che la terra ferma non ti da?

Il mare è un insegnante molto severo. Dopo anche solo 2 giorni impari subito a rispettarlo e a rispettare la natura. Si impara a vivere in modo diverso, in comunità, dove ogni risorsa è scarsa. Non sono solo l’acqua il cibo o l’elettricità ad essere critici, ma è anche molto importante imparare a vivere a stretto contatto con le altre persone che ti circondano, rispettare i momenti di ogni singolo membro dell equipaggio, sia quelli di riposo ma anche quelli di stress.

5. Ci racconti il tuo rapporto con l’equipaggio?

Ho cambiato tanti diversi equipaggi, e ogni rapporto era unico. Ho avuto la fortuna (o merito) di incontrare sempre gente bravissima con cui mi sono trovato bene, e sopratutto da cui ho imparato tantissimo.
Quasi sempre mi è capitato di navigare su barche dove si parlava una lingua diversa dalla mia, che anziché trasformarsi in un problema si è trasformata in un’opportunità perfetta per imparare una lingua nuova.
I membri dell’equipaggio non solo diventano i tuoi migliori amici con cui vivere avventure nuove, ma diventano anche la tua famiglia che ti aiuta in ogni momento difficile.

Giro del Mondo in Barcastop

6. Quale è stata la cosa più importante che hai imparato al momento?

Durante tutte le ore e giorni in mare aperto molti penserebbero che la noia sia assoluta e impossibile da battere, invece sono proprio quelli i momenti in cui ho imparato la cosa più importante: me stesso. Sono partito anche per scoprire me stesso e capire i miei limiti, capire se potevo farcela da solo nel mondo. Ora posso dire che sono cresciuto.

7. Che esperienza velica avevi prima di partire?

Fin da piccolo sono sempre andato sulle derive, e ho frequentato diversi corsi al Centro Velico Caprera, tra cui un paio anche di navigazione. Quindi prima di partire sapevo andare in vela, sapevo regolare le vele e come si manovrava la barca, e pensavo che questo fosse abbastanza per compiere questo viaggio.
Invece c’è voluto solo qualche giorno perché capissi la differenza tra andare a vela e navigare per mare.

Giro del Mondo in Barcastop

8. So che vi si è rotto il timone in navigazione, ci racconti quest’esperienza, come ne siete venuti a capo?

L’equipaggio era composto da 6 italiani, e stavamo attraversando l’atlantico su My Way 60 (un Imoka). Questa imbarcazione è abbastanza fuori dal comune, e tra le varie peculiarità avevamo 4 pale del timone in acqua. Essendo una barca molto potente e veloce queste 4 pale hanno il compito di migliorarne la manovrabilità. Una notte in mezzo all oceano (avevamo appena compiuto le 1000 miglia e ce ne mancavano ancora 1800) avevamo mare mosso e l’azione continuata delle onde ha fatto rompere e staccare una delle 4 pale, che siamo riusciti con fatica a recuperarla a bordo dopo circa un’ora di manovre. E la notte successiva è successa la stessa cosa alla seconda pala!
Rimasti con solo 2 pale delle 4 iniziali abbiamo deciso di ridurre la velatura e andare più lentamente per diminuire la forza del mare impetuoso sulle pale rimanenti. Forse abbiamo allungato l’attraversata di un giorno, ma almeno siamo arrivati senza ulteriori problemi.

9. Una cosa che ti ha stupito di te stesso, un aspetto che non pensavi fosse tuo e invece..

La determinazione. Non pensavo riuscissi ad essere così determinato a portare a termine questa impresa.

Giro_Del_Mondo in Barca Stop

10. Cosa consiglieresti a chi vuole viaggiare facendo barcastop?

La cosa più difficile è partire. Tranquilli che appena si è in qualche porto è molto facile trovare imbarco e conoscere persone pronte ad aiutarvi. Bisogna essere aperti e alla mano. Non serve esperienza velica, la cosa più importante Ëè non aver paura a mettersi in gioco e aver tanta voglia di imparare.

Giro del mondo in barca Giro del Mondo in Barcastop

Psicologa e Viaggiatrice. Giro il Mondo e studio la personalità dei viaggiatori! Ho visitato più di 75 paesi molti dei quali da sola. Per me il viaggio è uno strumento di crescita personale. Ho creato questo sito per tutti quelli che amano viaggiare da soli o che vorrebbero iniziare a farlo. Ho pubblicato: Il Bello di Viaggiare da Soli: guida al travel coaching per ottenere il massimo da noi stessi edito Feltrinelli.

Clicca qui per leggere i commenti